Questa storia inizia e finisce con una raccolta fondi: questa, a cui vi chiedo gentilmente di aderire a fine lettura, se vorrete.
Una raccolta fondi necessaria perché raccontarla si è dimostrato un campo minato d’insidie, al punto che ormai, alla terza volta in cui mio malgrado mi ritrovo a scriverla, non so nemmeno più che parole usare per non urtare l’estrema ed, appunto, imbarazzante sensibilità di alcuni suoi protagonisti.
In ogni caso eccola, suddivisa in tre parti.
Prologo.
Tutto inizia nell’aprile dell’ormai lontano 2021, quando Max Massimi, uno dei tanti intrattenitori del circo di no-vax, no questo e no quello, i quali ci allietavano dagli schermi di Facebook durante la pandemia, provò a mettersi a fare le sue dirette su un sito esterno: sito alle cui funzionalità si poteva accedere solo dietro pagamento di un abbonamento annuale o mensile. Insomma provò a monetizzare la sua avventura social, ecco.
Quel sito oggi non esiste più, ma si chiamava “blogitaliaveritas” e ne conservo ampie tracce nel mio PC (vale a dire: se qualcuno si mette in testa di trascinarmi in Tribunale sperando che io non abbia nulla in mano perché il sito non esiste più, sappiate che ho salvato persino le pagine web intere).

Il Pippo Baudo del “dissenso” ci fece credo un paio di dirette, ma un mese dopo tutto era già finito nel dimenticatoio, presumibilmente perché non ottenne il riscontro in cui lo facevano sperare i numeri che raggiungeva sui social: insomma a guardarlo a gratis erano in tanti, ma a pagare per farlo si rivelarono disposti in molti meno, e quindi il saggio Massimi se ne tornò all’ovile da Zuckerberg.

Però, anche dopo che il sito era stato abbandonato, spuntava ogni tanto qualche utente a commentare: chiedendo se avrebbe rivisto i soldi spesi, visto che il servizio non era stato erogato. Alcuni addirittura chiedevano come bloccarlo, sto abbonamento, affermando che gli addebiti nel frattempo proseguivano imperterriti.



E così mi appassionai alla faccenda, e decisi di fare qualche ricerca per scrivere un articolo. Che pubblicai nell’Aprile 2021.
Il primo articolo.
Come prima cosa scoprii che il sito non era stato creato recentemente, ma esisteva già da parecchio tempo, anche se non si capiva bene a cosa servisse in precedenza. Sembrava una scatola vuota che era stata ripulita per poterla riciclare. Oppure non era ancora mai nemmeno stata usata.
Restavano però tracce del suo passato, in qualche intervento di un certo Fabrizio Bassanesi, il quale figurava come amministratore dei forum di blogitaliaveritas.

O meglio: c’era un utente il quale si chiamava così ed esponeva come foto profilo quella di tale Bassanesi. E questo va precisato: dopotutto siamo sul web, ovvero nella giungla.
Un fatto è certo, e cioè che la circostanza era curiosa: perché questo Bassanesi si rivelò essere strettamente legato all’annosa questione COEMM – CLEMM, visto che era un “Capitano COEMM“, nonché creatore, admin, mente di alcuni dei ventordicimila siti facenti capo a COEMM e CLEMM.

A questo punto alcuni diranno “ma cos’è sto COEMM?”. Eeeeh, e qui bisognerebbe aprire un capitolo a parte, lunghissimo.
Mettiamola così (sempre perché non voglio querele): c’è chi dice “truffa, fregatura, schema piramidale” e chi “progetto visionario, economia circolare“.
Per contro il suo creatore, Maurizio Sarlo, sostiene che se ogni membro dà tipo 10 euro al mese alla sua no-profit (è registrata come no-profit) alla fine ognuno di loro si ritroverà con una rendita a vita di 1500 euro mensili. Più o meno una cosa così. Rendita che però pare stiano ancora tutti aspettando. Da parecchi anni, a dire la verità.
Una faccenda sulla quale sono state aperte interrogazioni parlamentari, di cui si è occupato moltissimo Moreno Morello di Striscia la Notizia e che io stessa avevo incrociato più volte nel mio viaggio fra negazionisti del COVID 19 e dissenzienti.
Mi ero ad esempio imbattuta nella sigla COEMM e CLEMM come sponsor dei convegni di biologi nutrizionisti diventati virologi, vale a dire il defunto dott. Trinca. A fianco degli altrettanto famosi “Io Apro“.

E ancora ero inciampata nel progetto COEMM come promotore di iniziative relative al Super Bonus 110 decantate da Maura Granelli, un’altra improvvisata attivista no-vax, la quale indirizzava i suoi follower verso una società legata gestita dall’allora responsabile per il Lazio dei CAD, Centri di Ascolto e prevenzione del Disagio.
E la vice presidente dei CAD era stata, fino a qualche tempo prima, la trevigiana Grazia Canuto: la quale figurava proprio nell’atto costitutivo di COEMM. Gira e rigira si tornava sempre lì.

La Canuto, nel 2018, rimase coinvolta in un’inchiesta giornalistica di Fanpage, il quale la soprannominò “la dama di mezzo“: inchiesta da cui emersero suoi presunti legami con la camorra e lo scandalo rifiuti in Campania. Nonché qualche dubbio sul suo CV. E per maggiori dettagli, su di lei e sui CAD, vi rimando a questo articolo di Paolo Cagnan sul Mattino di Padova.
Ok ok, lo so, sto divagando troppo, cerco di tornare sul pezzo, va bene.
Quindi dicevo, sul sito “blogitaliaveritas”, dove Massimi fece quel paio di dirette dietro pagamento di un abbonamento, per il quale la gente protestava, c’erano tracce di questo sig. Bassanesi: o di qualcuno che un tempo fece credere di essere lui, vai a sapere.
Quanto a chi lo stava amministrando al momento, lo stabilii sempre cercando su Whois: e non era Bassanesi. E nemmeno era Massimi. Né Massimi ne era neppure il proprietario.
E qui… Qui inizia la parte imbarazzante.
Cioè come devo fare, visto che per sta faccenda sono già stata querelata non una bensì due volte, entrambe le volte senza successo, a raccontare questa storia? I GUP, GIP e PM hanno stabilito che non ho mai diffamato nessuno, che le cose che ho scritto le potevo scrivere, e pure le parole che ho usato non erano offensive…
E quindi quale sarà il problema?
I nomi? È forse quello? Oppure ad un certo punto è subentrata una questione di orgoglio, in virtù del quale chi mi ha denunciata non aveva piacere si sapesse che aveva perso?
Allora facciamo così, facciamo i rebus: non metto i nomi ma solo le iniziali puntate.
Così non spuntano nei motori di ricerca. Così magari non mi querelate più ed io al contempo posso far valere il mio sacrosanto diritto di dire al mondo che ho la fedina penale pulita. Diritto il quale conta tanto quanto quello altrui.
Dicevamo… venne fuori che l’amministratore era un tale C. R.: da qui in poi “Ugo“.
E c’era pure una società proprietaria del medesimo sito: una certa Sovranit srl, con sede a Cesenatico.

La cosa curiosa è che allo stesso indirizzo di Cesenatico risultava anche un’altra società, la YAC. Che poi era una cartoleria. Di una donna, tale Y. C. B.: da qui in poi “Susanna“.

E così cercai di capire chi fossero questi due personaggi. Voi non lo avreste fatto?
In fondo a destra.
Facciamola breve: come spesso accadeva quando ci si addentrava fra no-vax e dissenzienti, si finiva a destra.
Sia Ugo che Susanna mi risultava infatti che si fossero candidati alle primarie di Fratelli d’Italia nel 2017. Anzi, Susanna ostentava anche immagini di profilo su Facebook insieme alla Giorgia nazionale.

Ma il personaggio più interessante era Ugo. Sfruculiando ben bene Facebook risultava infatti fra gli amministratori di un sacco di pagine e gruppi (invero con scarso seguito), tutte accomunate da un simbolo. Quello del Movimento Sovranista Italiano. Acronimo che mi ricordava qualcosa ma adesso non ho ben presente cosa. E qui ecco uno screen del sito del Movimento: perché c’era anche il sito eh. E pure quello non c’è più.
Diciamo che con il logo si poteva far di meglio, via.

In più Ugo “pareva avere un passato decisamente burrascoso“.
E questa frase la metto non a caso fra virgolette: perché è la frase che già ho scritto in precedenza e che il PM, nell’ultima sentenza, ha stabilito vada benissimo. E quindi direi che la posso riscrivere serenamente.
Un passato il quale mi suscitava pure un certo sdegno in quanto donna e metteva (e mette tutt’ora) una certa ansia: e considerando quanto Ugo C.R. abbia dimostrato di non gradire i miei racconti, me ne mette ancor di più.
Il secondo articolo.
Sta di fatto che Ugo, come ho anticipato, non gradì quel mio articolo del 2021 in cui raccontavo tutte queste cose. E mi querelò. Insieme a Susanna.
Io ora non starò a riscrivere tutta la storia del suo avvocato che scrive al Garante per la Privacy per avere il mio nome al fine di denunciarmi, dell’inutile trattativa fra quel suo avvocato ed il mio (ovvero l’admin della pagina Paolo Tutto Troppo), nella quale io chiedevo garanzie sul mio anonimato e non ci pareva venissero concesse o comprese. Né scriverò di nuovo delle telefonate fra me ed Ugo, il quale via Whatsapp cercava di farmi magnanimamente capire che era il caso la smettessi di occuparmi di no-vax ed estremisti di destra, perché non era raccomandabile proseguire. Che anzi “moderassi la mia attività”.
Né di quanto pure Susanna fosse arrabbiata con me ed entrambi, Ugo e Susanna, addirittura pareva pensassero che io fossi stata assoldata da nemici politici di Susanna della scena ravennate.
Non lo racconterò perché sono cose che ho già raccontato nel secondo articolo: quello che scrissi nel 2023, all’indomani dell’archiviazione della loro denuncia. Dato che un GIP decise che non vi era nulla di diffamatorio nel mio articolo.
Ma loro non erano d’accordo e quindi si opposero. Ed a me toccò pagare un avvocato da mandare in udienza per far confermare quell’archiviazione. Che se loro non si fossero opposti, accettando fin da subito il parere del GIP, non avrei dovuto pagare.
Cosa che mi costò 1300 euro.

Ragione per cui raccontai la vicenda in un secondo articolo, nel quale aprii una raccolta fondi per pagare l’accellente avv. Pirazzoli.
E cosa è successo?
Che l’avvocato di Ugo e Susanna, “per conto di Ugo”, nel 2023 mi ha querelata di nuovo! Proprio per quel secondo articolo in cui raccontai tutto. In cui aprii la raccolta fondi per non rimetterci del mio.
Una ostinazione singolare: mi sbaglierò, ma a me suona quasi a metà fra “questa storia non si ha da sapere” e “ci devi rimettere del tuo così ti passa la voglia”.
E cosa è successo?
Che il GIP ha di nuovo deciso che non avevo diffamato nessuno. Ha di nuovo archiviato.
E loro si sono di nuovo opposti.
E quindi a me è di nuovo toccato pagare un avvocato per far confermare pure quell’archiviazione.

Stavolta per 1200 euro.

La mia fedina penale è pulita.
E credo, come ho già scritto su, di avere il sacrosanto diritto di poterlo dire. E di poter anche aprire una raccolta fondi per non dover rimetterci di tasca mia cifre le quali, per quanto entrambi gli avvocati siano stati onestissimi, sono comunque importanti, hanno comunque un certo peso per chi come me tira la carretta ogni giorno.
Ho di nuovo aperto pertanto una raccolta fondi per saldare anche questa parcella.
Mi sono tenuta più larga, stavolta: perché a sto punto metto le mani avanti e considero una terza querela. Alla quale farei però seguire la mia, per stalking giudiziario. E per diffamazione a chi aveva sparso in giro la voce che la prima raccolta fondi fosse una mia bufala solo per incamerare soldi facili.
Mille grazie a chi mi vorrà sostenere.
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