Gentile dott.ssa Roberta Bruzzone,
sono la titolare della pagina Facebook “L’Opinionista Scalza”, che qualche giorno fa le ha fatto notare, sia con un post che in commenti al suo, l’inopportunità di legare la sua immagine pubblica all’associazione “Meglio di Ieri“.
Come le avevo già spiegato, non mi nascondo affatto dietro l’anonimato, rimprovero che mi ha mosso: ho questo blog, il cui link è presente nella sezione informazioni della pagina Facebook
il quale è regolarmente registrato a mio nome e cognome presso un server italianissimo e quindi, per tutti i fini di legge, su Register.it.
Ci tengo a chiarire l’episodio e fornirle ulteriori dettagli su taluni ultimi sviluppi, che vedono nuovamente coinvolto il suo nome.
Sia nel post che nei commenti ho continuato a farle presente che il mio era un consiglio ed un avvertimento, giacché l’associazione (la quale è anche agenzia di organizzazione eventi: ovvero trae un profitto dai suoi ospiti) che l’ha invitata a Massarosa a parlare di femminicidio, violenza di genere e manipolazione, ha dato e dà tutt’ora ampio spazio a taluni personaggi noti per le informazioni fuorvianti divulgate durante la pandemia.
E non solo. Ma a questo, se avrà la pazienza di seguirmi, arriverò dopo.
Panoramica generale sull’associazione Meglio di Ieri.
L’associazione culturale, tanto per cominciare, ha ovviamente un suo sito.
Su cui però non ho trovato traccia dello Statuto. E neppure di una PEC.
La sezione “Contatti” riporta infatti i link agli innumerevoli social in cui è presente (compresi Rumble e Sfero) ed un semplice indirizzo mail ordinario.
Mi sembra improbabile non ce l’abbiano, se non altro per una questione d’immagine, oltre che per gestire meglio la questione tesseramenti.
Comunque, come si legge sul sito è nata nel 2019. Cosa facesse nel 2019 non ne ho idea, ma so cosa ha fatto dal 2020: video. Una marea di video.
D’altronde eventi dal vivo non se ne potevano organizzare.
Su due canali YouTube: uno con 11k iscritti ed il nome dell’associazione, ed un altro con 1700 persone ed il nome del presidente e fondatore, Daniel Griva. Il quale posta le stesse cose che posta di là: quindi non si capisce perché averne due. Ma vabbè.
Tutti i video sono presumibilmente monetizzati con inserzioni pubblicitarie e tutti i video hanno in calce la richiesta di donazioni o tesseramento per sostenere la loro “sana e libera informazione indipendente“.
E vediamo allora in cosa è consistita, e consiste tutt’ora, la loro sana e libera informazione.
Gli oratori di Meglio di Ieri.
Il professor Alessandro Meluzzi.
Noto alle cronache per essere stato sospeso dall’Ordine dei Medici per il suo rifiuto di vaccinarsi contro il Covid e per essersi autoproclamato Vescovo nonchè “Sua Beatitudine” di una Chiesa Ortodossa non riconosciuta da nessuno.
Fra le sue dichiarazioni quelle che i quotidiani siano «carte da cesso», che Bill Gates sia il capo del «Great Reset» nonché un «vecchio nerd masturbatore» e che il poliziotto poi condannato per l’omicidio del nero George Floyd fosse «un attore».
Nel video sostiene in particolare che “abbiamo avuto 22 anni di regime fascista mussoliniano, di cui si possono dire tante cose, positive, negative e neutre“, che il lockdown fosse una “follia collettiva assolutamente non giustificata dal punto di vista microbiologico“, e risponde alla domanda di Daniel Griva che gli chiede “quanto è importante per l’Italia la guerra che sta facendo Trump contro il Deep State?“, nota teoria cospirazionista.
Povia.
Cantante divenuto tristemente famoso per il pezzo “Luca era gay”, nel quale l’omosessualità veniva considerata una sorta di malattia da cui si possa guarire, ed idolo dei no-vax durante la pandemia. Giunto persino al punto di proporre fantasiose interpretazioni giuridiche dei reati che, secondo lui, stava commettendo lo Stato mentre fronteggiava l’emergenza sanitaria.
Nel video, risalente al 16 ottobre 2021, Daniel Griva intervista Povia sui massimi sistemi e concludono l’intervista invitando tutti a venire ad assistere al concerto organizzato dall’associazione “senza mascherine e senza green pass, per una serata di musica e libertà”. Il 25 Dicembre 2021, a fronte dell’aumento dell’incidenza del numero dei casi e della diffusione della nuova variante Omicron, scattò nuovamente l’obbligo di mascherine all’aperto.
La dott.ssa Loretta Bolgan.
Le bislacche dichiarazioni della dottoressa in materia di vaccino antiCovid sono note, eccone alcune:
- Che i vaccini (definiti OGM) potessero modificare il DNA.
- Che non fossero stati sufficientemente testati.
- Che ci fosse il Viagra dentro.
- Che avessero provocato migliaia di morti.
Sorvolo sul fatto che gli studi della dottoressa siano stati per lo più condotti per conto dell’associazione no-vax CORVELVA (articolo di Biologi per la scienza) e mi soffermo invece su un video.
Si tratta di una conferenza stampa del 2019 alla Camera dei Deputati, indetta da Sara Cunial, in cui la dottoressa illustra le sue scoperte (compresa quella del Viagra e pure diserbanti, nel vaccino). Il prof. Bella, fra i fondatori di Patto Trasversale per la Scienza, chiede spiegazioni riguardo alle qualifiche con cui si presentava la Bolgan, vale a dire “dottore in chimica farmaceutica con dottorato in scienze farmaceutiche alla Harvard Medical School di Boston“. «Bolgan, ha veramente conseguito un dottorato ad Harvard?», le chiede. Avvertendola che ha contattato l’Istituto, il quale aveva negato tutto. E la risposta della Bolgan è un capolavoro di imbarazzo e parole a caso.
Il prof. Di Bella.
La “cura” Di Bella è nota, risale addirittura al 1998. All’epoca vi fu una sperimentazione che coinvolse 1.155 pazienti e 21 centri di ricerca, ma solo in 3 casi ci fu una riduzione significativa delle lesioni tumorali: la cura fu perciò cassata dalla comunità scientifica, non solo in quanto inefficace ma anche potenzialmente pericolosa, in alcuni casi.
Eppure continua a sopravvivere in una ristretta nicchia di canali poco frequentati dai media, tant’è che periodicamente l’AIRC è costretta a ribadirne ancora oggi la totale assenza di fondamento scientifico. Canali come quello della sana e libera informazione dell’associazione Meglio di Ieri.
Matteo Gracis.
Giornalista anche lui del fronte del cosiddetto “dissenso”, lo ricordo personalmente in questo video in particolare, per cui ringrazio di nuovo la pagina Il Premio Nobbile: sono le dichiarazioni di Gracis all’indomani del brutale assalto alla sede CGIL di Roma dell’ottobre 2021.
“La violenza è giustificabile. Volete la guerra e guerra sia“.
Ed assurto ancora più recentemente agli onori dei social per aver fatto partire una raccolta fondi, la quale ha ormai superato la ragguardevole cifra di 30mila euro, allo scopo di presentare una denuncia, poi esposto, poi segnalazione, non si è mai capito bene, contro il prof. Burioni.
Reo dell’affermazione “Come possiamo irrobustire le nostre difese contro l’influenza? Con integratori, vitamine, un’alimentazione particolare? No. Le nostre difese contro l’influenza si rinforzano con il vaccino.”
Aspetti legali della faccenda curati dall’avv. Fusillo, anch’egli ospite dell’associazione Meglio di Ieri.
Iniziativa partita a maggio 2023 e che ha prodotto qualche volantino e qualche conferenza. Ed ha, nel frattempo, messo nei guai i promotori, perché Burioni li ha denunciati per diffamazione.
Le distrazioni.
Non paiono troppo attenti a volte, a Meglio di Ieri, tocca ammetterlo. Abbiamo già visto come si sono lasciati sfuggire che il metodo Di Bella sia quasi 30 anni che continui ad essere considerato inefficace, e come non abbiano proceduto ad indagare accuratamente sul curriculum della dott.ssa Bolgan, prima di darle spazio.
E non è l’unico curriculum che non hanno approfondito.
Nel 2020 Daniel Griva intervistò ad esempio Max Massimi, amministratore di una pagina Facebook ed allora stella nascente dell’ “informazione libera” (poi conduttore dal palco di Roma della famosa manifestazione sfociata nell’assalto alla CGIL): sempre sul tema cospirazionista tanto caro a Griva, vale a dire il “Deep State terrorizzato da Trump“.
E lo presentò come giornalista.
Cosa che Massimi non era e, a quanto mi risulta, non sia tutt’ora. E facilmente verificabile, senza stare a chiamare Harvard come nel caso della Bolgan: bastava un giro sul sito dell’Ordine.
Insomma, una vera e propria fake la quale, comunque, ha anche lei fruttato qualche visualizzazione con annessa presunta monetizzazione del video.
Il femminicidio e la violenza di genere.
Ma veniamo, dott.ssa Bruzzone, al clou della faccenda. Al perché io le abbia scritto “ma proprio con quei complottari di Meglio di Ieri?”, in merito alla sua conferenza.
Fra i molti “noti esperti nazionali” ospitati da Daniel Griva vi sono anche Sandro Torella ed Andrea Colombini.
Lei forse non li conosce, ma sono anche questi due personaggi della vasta platea no-vax un filo destrorsa: Torella attore e direttore di un piccolo teatrino a Roma, e Colombini direttore d’orchestra a Lucca che ha tentato senza successo la candidatura a sindaco. E fin qui…
In molti li hanno sentiti nominare perché ad un certo punto, per far parlare di sè, hanno avuto la bella pensata di attaccare Selvaggia Lucarelli in una delle loro dirette Facebook, con queste affermazioni, poi da loro liquidate come “goliardia”.
E non è l’unico episodio di questo genere di cui si sono resi protagonisti.
Nel novembre del 2023, all’epoca della morte della povera Giulia Cecchettin, furono ospitati proprio da Daniel Griva e la sua Meglio di Ieri: e, sotto gli occhi attenti di Griva che annuiva concorde, misero in dubbio che la Cecchettin fosse effettivamente morta.
Video questo, fra l’altro, misteriosamente scomparso proprio recentemente dal canale YouTube dell’associazione, ma che io avevo già scaricato a suo tempo. Come se si volessero occultare trascorsi poco edificanti a chi si affaccia all’associazione solo adesso?
Capisce ora, gentile dottoressa Bruzzone, perché io le abbia scritto che forse non era il caso di legare la sua immagine pubblica a questa associazione? E proprio per andare a parlare, come fa lei, di manipolazione, femminicidio e violenza di genere?
Lei mi potrà obiettare, come già ha fatto, che non le importa chi la ospita, l’importante è poter divulgare. La sensazione però che si ricava, scorrendo la vita e le opere di questa associazione, è che siano molto più propensi a smentirle, le sue argomentazioni su questo tema, anziché appoggiarle. Di certo non si sono fatti alcuno scrupolo nel dare spazio anche ad affermazioni decisamente criticabili come quelle di Torella e Colombini.
Solo sul mio profilo Twitter, che davvero è l’ultimo degli account seguiti, quello spezzone di video totalizzò, in quel novembre 2023, 56mila visualizzazioni. Più altri 5mila dell’articolo del mio blog che lo conteneva.
Il rischio dei fraintendimenti per lei, e del quale ho provato ad avvertirla, era dietro l’angolo. E si è puntualmente verificato, purtroppo: i commentatori, che quella associazione conoscono (ed io non credo lei la conoscesse), hanno concluso che a lei interessasse solo il cachet ricavato, legandosi comunque persino a chi diffonde certe posizioni che strizzano l’occhio alla misoginia. Cosa che lei ha bollato come diffamazione, ma tale non è: era la conseguenza naturale, per chi conosceva Meglio di Ieri ed i suoi ospiti.
Successivi recenti sviluppi.
L’associazione non pare avere preso bene le mie critiche rivolte al loro operato, ed ha comunicato a 4 testate (il tutto in realtà è partito da una piccola testata di Lucca), fra cui una di una certa tiratura (La Nazione), di aver provveduto a querelarmi.
Negli articoli, tutti sostanzialmente identici, e frutto delle informazioni fornite dall’associazione, dato che ci sono persino le dichiarazioni del loro avvocato, all’ignoto autore (sono a cura della “Redazione”):
- vengo definita una “leonessa da tastiera” che si nasconde dietro l’anonimato. Ma come ho già spiegato ad inizio articolo non è così. Le manderò anche il link di questo articolo via PEC, per dire.
- si dice, in uno, che la avrei anche ripetutamente offesa (questa è davvero bella. I miei commenti sono stati più che pacati, il massimo che ho detto è che ero rimasta delusa dal suo aver interpretato il mio consiglio come un attacco personale a lei. Sia nei commenti che nell’edit al mio post.)
- si lamentano anche del fatto di essere stati chiamati “complottisti“, mentre invece il termine che ho usato era un più blando “complottari“: e la propensione di Griva a dare spazio alle teorie più fantasiose in tema di tutto, dimostrata in questo articolo, fino addirittura alla messa in dubbio dell’uccisione della Cecchettin, mi pare giustifichi il termine.
- si lamentano del mio aver detto che abbiano diffuso fake news. Ma direi che presentare per giornalista uno che non lo è si può serenamente ritenere una notizia falsa.
- si lamentano dei link che ho pubblicato a supporto delle mie argomentazioni sul suo profilo, definendoli “diffamatori“. Ma i link sono gli stessi che ho prodotto anche qui: vale a dire AIRC riguardo alla cura del Dott. Di Bella, e Biologi per la Scienza riguardo alle affermazioni della Dott.ssa Bolgan. Francamente trovo stupefacente definire una dichiarazione dell’AIRC “diffamatoria”.
- si lamentano infine del mio aver affermato che abbiano “fatto business in pandemia“. Ma direi che anche questo è vero: monetizzare video è fare business, organizzare eventi come il concerto di Povia lo è, non vedo cosa ci sia di offensivo in questa espressione. Peraltro è lo stesso Griva ad affermarlo, proprio nel video con Meluzzi di 3 anni fa: dal minuto 0.51 dice infatti “siamo un’associazione nata lo scorso anno, che ha una parte commerciale ben precisa, e che è stata danneggiata da questo Coronavirus. Come associazione abbiamo deciso di ottimizzare le dirette Facebook“
Ora, gentile dottoressa, fatto salvo che per questa marea di lamentazioni senza capo né coda mi rivarrò ovviamente sulle 4 testate (dal momento che il mio nome non è affatto sconosciuto in rete, da qualche mese. Grazie a chi, per questo mio essere precisa, contro i misogini e dalla parte della scienza vera, mi definisce addirittura una “molestatrice seriale”. E quindi occorreva essere più cauti, in quegli articoli, giacché non era una “sedicente anonima” ad essere dipinta come una mezza criminale che offende e pubblica link “diffamatori”), la domanda che mi pongo e le pongo è una: potrebbe essere che questi articoli a pioggia, tutti copincollati su testate toscane, siano un modo per poter sfruttare la sua notorietà?
Non vedo infatti per quale motivo un’associazione assolutamente sconosciuta, il cui video di massimo successo ha raggiunto a stento le 11mila visualizzazioni (le ricordo che il mio short su Twitter ne ha totalizzate 56mila)
e che finora ha ospitato personaggi di scarsa risonanza (tolto Meluzzi non possiamo certo definire gli altri allo stesso livello di fama di una Bruzzone), debba prendersi la briga di diramare ai 4 venti di aver denunciato una blogger ancora più sconosciuta di loro, la quale non ha sicuramente proferito insulti ed ingiurie, inventandosi che questa avrebbe persino messo dei “link diffamatori”.
Se non perché il nome coinvolto nella faccenda è il suo (ed infatti è la sua immagine che spicca su tutti gli articoli) e questo fa sì che quindi il lettore venga attirato?
Nonostante poi l’articolo sia tutto su di me. E non sia lei quella ad aver sporto la dichiarata querela (ma molti già hanno interpretato male).
Ovviamente io, di questa ricerca strumentale di notorietà, non ho certezza: ma tutta la questione, sapendo bene cosa ho scritto, mi pare francamente tirata un po’ per i capelli.
Non avendo io velleità di fama, né tantomeno avendo mai voluto monetizzare la mia attività di blogger e debunker, che va avanti da ormai 4 anni, sono dinamiche che sfuggono alla mia interpretazione.
Cordiali saluti
L’Opinionista Scalza
In calce i 4 articoli:
- Lucca in diretta (la prima testata marginale, da cui è partito il tam tam)
- La Gazzetta di Viareggio
- Il Tirreno
- La Nazione