Lun. Ott 14th, 2024

Prima di iniziare, una doverosa premessa: nelle precedenti puntate, scritte nel giro di un mesetto, ho parlato del sito di Carmine Pappagallo e di quello della Blasterzone srl, pubblicandone immagini ed ovviamente mettendone il link. Ebbene, da poche ore quei due siti sono scomparsi, quindi i link ovviamente non funzionano più. I siti restano comunque tranquillamente ancora reperibili su Wayback Machine.

Personalmente ritengo che fossero ormai completamente abbandonati: nessuno pubblicava più nulla dal 2022, nessuno probabilmente pagava più Iubenda per la gestione della privacy, e quindi sarà scaduto anche il piano di hosting.

Per cui a breve è lecito attendersi che scompaiano anche gli altri dove Iubenda non funziona più: cioè Elteide e Laila di Mazer.

Ed ora andiamo avanti…

Il decreto 389 POR Campania.

Avevo chiuso il precedente articolo sulla cordata “Recovery Up” formata da Mazer srl, MyBnb srl e YouNG srl lasciando in sospeso YouNG ed il perché fosse il caso di prestare attenzione ai tre concetti “consulenze/idee innovative/numero di dipendenti“.

Riprendo perciò la schermata di quel decreto n.389 relativa ai fondi ottenuti dalle tre società insieme.

 

Le cortesie fra aziende dell’hub.

Come si può notare, il grosso dei 183.208 euro ricevuti era costituito dagli iniziali 280mila (mila, manca uno zero nella terza colonna) richiesti per l’acquisto di programmi informatici: perché per macchinari non gliene sono stati dati, e nemmeno i ben 150mila richiesti per le consulenze sono stati concessi.

Ora, considerando che, come ho fatto notare sempre nel precedente articolo, non appena si apre il sito di affitti brevi MyBnB (speriamo non svampi pure questo) ci si ritrova di fronte il chatbot Laila prodotto dalla Mazer,

è lecito ipotizzare che le somme percepite siano state utilizzate dai componenti della cordata per acquistare beni e servizi da aziende dei loro stessi “compagni di merende”?

Ad esempio, anche quelle ottenute per gli “studi di fattibilità economico-finanziaria” potrebbero essere finite nelle casse di Elteide, la società di consulenza madre di tutte e tre?

Il tutto nel rispetto della legge. Le Linee Guida per l’Erogazione delle Agevolazioni del POR Campania, infatti, precisano che (pagina 8

a. l’impresa beneficiaria e i fornitori non devono avere alcun tipo di partecipazione reciproca a livello
societario;

b. non possono essere agevolati beni e servizi forniti da soci, amministratori, dipendenti dell’impresa
proponente o loro prossimi congiunti nonché da società nella cui compagine e/o nel cui organo
amministrativo siano presenti soci, amministratori, dipendenti dell’impresa proponente o loro prossimi
congiunti.

c. non possono, altresì, essere agevolati i beni e i servizi oggetto di compravendita tra due imprese che
siano e/o si siano trovatenei 12 mesi precedenti la presentazione della domanda – nelle condizioni di essere considerate facenti parte di un medesimo gruppo societario tra loro o siano entrambe

partecipate, anche cumulativamente o per via indiretta, per almeno il 25%, da medesimi altri soggetti.

E nessuno, dei soci/amministratori bla bla delle tre aziende era anche socio/amministratore bla bla di Elteide, perchè Elteide era tutta Carmine Pappagallo. Il quale, a sua volta, non era in nessuna delle tre aziende, ognuna delle quali risultava fondata ed amministrata da altri.

Christopher Holter per la MyBnb, ad esempio. Il quale fonda l’azienda ed un mese dopo risulta copywriter di Insem: la quale, a sua volta, è detenuta da Elteide.

O Germano Milite fondatore di YouNG ed addirittura CEO di Insem.

Una serie di cortesie reciproche fra aziende, insomma.

Le quali però non hanno portato a molto: perché, come già abbiamo visto, la MyBnB è lì che langue, anche la Mazer è andata in liquidazione e YouNg prima è stata liquidata, ed ora è stata appena rifondata (vedremo come e con chi).

Ed in più non hanno nemmeno prodotto nuovi posti lavoro, visto che tutte le aziende risultano nascere con zero, massimo un dipendente: e con zero, massimo un dipendente, muoiono.

 

Tanto, tanto fumo. E poco arrosto: il 200 Digital District.

Ecco, iniziamo a tirare le fila di ben sei articoli con questa immagine.

Per fare lo screen ho dovuto ridurre lo zoom al 25%, perché tutte non ci stavano: questo è il 200 Digital District di Elteide, screen tratto dal sito di Elteide (il quale, per ora, ancora c’è).

L’hub, l’incubatore: anzi, il “polo di accentramento tecnologico multi-activities in ambito Digital“.

Sito di 200 Digital District: svampato pure lui da un pezzo.

Profilo Instagram non più pervenuto nemmeno quello: e comunque mi sa che non è sta gran perdita, visto che contava 26 follower e 13 post.

Sopravvissuta solo la pagina Facebook: ferma a luglio 2022 e con (respiro profondo) 7 follower.

Che voglio dire… Benedetto il Signore… Io capisco crederci sempre e non mollare mai: ma se ti presenti come un “polo di accentramento tecnologico multi activities in ambito Digital“, capitanato da Insem, “Tech Agency con un focus specifico su E-commerce e Digital marketing“, e poi mi tiri su 26 cristiani su Instagram e 7 su Facebook, a me il dubbio che le recensioni negative avessero un loro perché sorge.

Vabbè, 200 Digital District in cui ricapitolando abbiamo appunto:

  • Insem: marketing e pubblicità. Il sito non esiste più, 24 dipendenti, recensioni non esattamente lusinghiere di clienti che si lamentano di scarsa assistenza, di contratti per siti web fatti con banali WordPress, di mirabolanti promesse di crescita della propria attività commerciale non mantenute. 

  • Mazer: il chatbot Laila che doveva rivoluzionare il mercato. Credo di averlo visto solo sul sito di MyBnB. Sito abbandonato a se stesso, zero dipendenti, in liquidazione.
  • Blasterzone: la piattaforma d’incontro fra blogger ed aziende.  Sito svampato. Un dipendente, in liquidazione.
  • Homara e Zumix: le due start-up per il cui acquisto era stato aperto da Insem uno dei progetti di crowdlending su Evenfi. 395mila euro che deve ancora restituire e per i quali è stata presentata istanza di fallimento al momento congelata.

Facevano entrambe parte di Brainin, anche lei del 200 Digital District. Ed entrambe avevano la stessa sede in Veneto.

Homara srl doveva essere un e-commerce per l’arredo di design. Nel febbraio del 2022 Brainin srl ne annunciava il prossimo lancio:questo annuncio è l’unica traccia che se ne trova.

Stiamo ancora aspettando, sono un po’ in ritardo con il lancio. E pure con Zumix srl. E comunque Brainin ad una certa è uscita dal Digital District per “percorrere una strada diversa”, come annunciò Pappagallo.

  • YouNG: la testata di “slow journalism” di cui Germano Milite è Redattore Responsabile, la quale negli stessi anni ha sfornato sì e no tre articoli seri in croce ed in compenso, però, una marea di publiredazionali. Fra cui quelli per pubblicizzare Laila, Blasterzone, Nextus e le loro raccolte di crowdlending.

Nextus, quest’ultima di Pappagallo e Milite, anch’essa 0 dipendenti, anch’essa finita in liquidazione: nonostante 30mila clienti e le previsioni fantastiche di fatturato decantate sulla piattaforma di crowdlending “Crowdfundme“.

Che non si capisce come faccia un’azienda con 30mila clienti a finire in liquidazione. Forse erano un po’ meno?

Così come forse erano un po’ meno gli utenti veri della folta community di entusiasti sottoscrittori di YouNG?

La quale si scopre essere formata da parecchie signorine allegre

e palesi profili a pagamento con foto di stock che su YouNg si chiamano Maryjohnomni

ma poi diventano Gaia, proprietaria di appartamento per le recensioni di un’agenzia di affitti brevi di Milano (la quale non c’entra nulla con questa vicenda)

e pure Becky, turista americana in vacanza a Roma. (sito anch’esso estraneo a sto ginepraio di aziende).

Poi ci sono IParrot e Pharmamob.

IParrot, secondo la narrazione di Carmine Pappagallo nel suo sito non più esistente, doveva essere addirittura una flotta di imbarcazioni da diporto con tanto di skipper, hostess, cene e pranzi a bordo, e naturalmente sito e piattaforma.

Allora… il sito e la piattaforma si saranno forse già svampati come quelli di Pappagallo, Insem, Blasterzone e 200 Digital District: o almeno io non li ho trovati.

L’unica traccia di IParrot l’ho trovata su questa piattaforma sì, “Boataround“, che però non è sua: è tipo un Airbnb delle barche, in cui si iscrivono tutti i proprietari di natanti vari.

In cui IParrot non pare avere una flotta ma una sola imbarcazione.

E quell’unica imbarcazione non presenta neanche foto originali.

Son 4 anni che devono sostituire “al più presto” le immagini di fabbrica con quelle reali.

Pharmamob, infine, voleva essere un’app che permetteva ai farmacisti di vendere online: “nasce la prima APP per la tua farmacia completamente personalizzabile. Scegli le 12 funzioni tra 50 a tua disposizione e crea lo strumento più potente per il tuo marketing MAI creato prima“.

App sugli app store Google ed Apple: non pervenuta.

Dominio del sito: già in vendita.

Unica traccia rimasta un sito Wix (un sito Wix, ripeto: Insem che fa un sito Wix. E pure colmo di refusi) ed un post su Facebook del 2018 con ben 5 like.

Il quale rimanda ad un modulo esterno d’iscrizione per i farmacisti fermo alle “novità” del 2019, in cui si dice che “già 235 farmacie ci hanno scelto” ma non si capisce perché poi di attive ce ne siano solo 13.

Insomma…

Io penso che si possa appunto affermare “tanto, tanto fumo. E poco arrosto“. Tutto strombazzato ovunque, articoli su articoli, grandi idee geniali, paroloni digital/marketing/hub/multi activities/posizionamento, numeri da paura, previsioni fantasmagoriche.

Aziende su aziende su aziende, da farsi venire il mal di testa per quante sono.

Ma poi… nulla.

IL NULLA.

Tutto morto sul nascere, tutto mai decollato.

E quanto ci è costato, a spanne? A tutti: non solo i microinvestitori dei crowdlending non restituiti, ma tutti i cittadini, tutti i contribuenti.

Lo vedremo nei dettagli nel prossimo articolo: e mostrerò poi anche cosa sta costando a me aver svolto questa indagine.

Ripartendo da questo schema e, grazie ad Auxilia srl, tornando persino indietro alla seconda puntata.

Di L'opinionista scalza

Scrivo perchè telefonare è troppo faticoso.

17 pensiero su “Marketing per sempliciotti: il 200 Digital District. Parte 7.”
  1. Veramente ho difficoltà, questa volta, a scrivere un commento, forse perché il tutto sta emergendo e sta diventando imbarazzante, triste e con una buona dose di rabbia. Tutta questa storia è incredibile come incredibile e’ il cercare di “giustificare” qualche personaggio. Fondi, prestiti e investimenti sulle spalle dello stato?
    Stato che poi siamo noi?
    Fondi tolti a ditte che creavano lavoro?
    Eddaje…

    1. Credo che, dopo questa serie di articoli, ci siano i margini perchè qualche autorità faccia chiarezza e lo faccia presto, in quanto vi sono tutti i presupposti che i fondi percepiti possano essere dissipati o fatti sparire, ammesso che questo non sia già avvenuto. Questo cagionando un danno a tutti gli onesti cittadini e le imprese che ne avrebbero potuto fare sicuramente ben altro uso. Praticamente, da quanto emerso, tutto quello che Germano Milite e i suoi sodali toccano finisce male. La cosa che però deve far riflettere è che un conto è perdere i propri soldi, privati, oggetto di lavoro o proprie disponibilità, un conto è percepire soldi della collettività. E un altro è che puntualmente, quando c’è di mezzo qualche loro iniziativa, finiscono per essere sperperati o utilizzati per fini diversi da quelli che dovrebbero in realtà perseguire. Sono disgustato da come uno che si professa anti fuffa sia esattamente peggio di quelli di cui normalmente parla o meglio dire blatera.

  2. Quello che stai passando lo possiamo solo immaginare. Ma scommetto che ciò che è visibile (insulti, minacce, post dedicati alla tua denigrazione) è solo la punta dell’ iceberg delle attenzioni che ti stanno riservando.
    Grazie ancora per questo lavoro che stai svolgendo. Sei preziosa.

    1. Ho seguito tutti gli articoli ed anche gli attacchi disgustosi che stai subendo da questo pseudo giornalista su Facebook e sulla sua pseudo testata online. Che faceva questo grande esperto mentre tutte queste aziende fallivano? Stai mettendo a nudo che anche lui è tutto fumo e poco arrosto, credo sia per questo che ti odia così violentemente. Non mollare.

  3. Chissà perché l’esposizione di fatti, oltretutto pubblici e che qualunque dilettante può tranquillamente trovare, crei tanti malumori, preste smentite (ma se sono pubblici?…) e millemila giustificazioni da parte di veri professionisti dell’indagine. Naturalmente tutto condito da forbito linguaggio a modo.

  4. Facile fare gli “imprenditori seriali” prendendo (con artifizio) soldi pubblici per società da mettere in liquidazione.
    Facile fare il giornalista / “direttore di sè stesso” campato da questi fondi pubblici.
    Aspettiamo l’ennesimo commento del diretto interessato che annuncia querela per… per cosa? Per “dichiarata verità dei fatti”?

    1. Ma quale querela vuoi che presenti? 😀

      Sarebbe come volersi strangolare con le proprie mani!
      Purtroppo al “verticalizzatore” questa volta gli è andata proprio male. Finché ha avuto a che fare con quei quattro gonzi che si bevono ogni sua smargiassata, il teatrino ha retto. Quando invece si è ritrovato ad avere a che fare, ma era ovviamente solo questione di tempo, con qualcuno che non si lascia intimidire da quei suoi modi da guappo dei poveri, se l’è presa drammaticamente nei denti. E siamo solo all’inizio.

      Ma si spera che perlomeno ora qualcun altro cominci ad aprire gli occhi ed anche magari a voler andare a fondo di tutta questa porcheria che sta oramai tracimando, ed infetta tutto ciò che tocca.

  5. Posso dire che almeno Pappagallo ha avuto la decenza di sparire dai social, mentre Milite continua a proclamarsi il migliore e cerca fuffa in ogni dove.. quando vedeva questi intrecci societari cosa pensava? Beh forse essendo cresciuto professionalmente con un imprenditore abituato a truffare lo Stato (condannato) non pensava. Ha sempre apostrofato il Saba come socio unico, mentre lui in vita sua non è stato mai capace di dare lavoro ad un dipendente. Prima o poi si ritirerà ?

    1. Più che di “decenza” parlerei di un minimo di intelligenza da parte di Pappagallo. Quella che ti fa agire in modo diametralmente opposto a come ha impostato la sua “difesa” Milite. Perché è ovvio anche ai sassi che appena comincino ad emergere certi altarini conviene sempre tenere un profilo basso sperando che qualcuno non voglia approfondire oltre. Invece il nostro egocentrico “verticalizzatore” ha fatto di tutto per porsi al centro del mirino, attirandosi sempre più antipatie con la sua ben nota arroganza e protervia, alimentando così, in modo totalmente incosciente, i termini dello scontro. E come “fantastico” risultato ha infatti ottenuto che si è di voluto scavare sempre di più nel suo pregresso e scoprendo così tutto lo schifo che ci stava attorno.
      Un vero genio del sadomasochismo “imprenditoriale”! Oltre che un ulteriore colpo di grazia alla sua credibilità come giornalista scopritore di fuffa. Poiché lui nella fuffa ci conviveva e ci sguazzava già da anni. Ma ovviamente se ne è sempre guardato dal denunciarla! :-0

    2. Diciamo che è perlomeno poco lusinghiero che uno il quale si vanta di poter scoprire la qualunque, ogni “truffa” esistente sulla Terra, non si sia accorto di nulla sul suo precedente datore di lavoro, questo sì.

      1. Esattamente. Gli “altarini” a cui mi riferisco, senza avere dei riscontri oggettivi che solo dopo un’analisi più approfondita possono essere meglio valutati, sono per l’appunto quelli che anche tu evidenzi. Poi se dovessi esprimere una mia impressione, ma è un qualcosa che non posso con i miei mezzi allo stato attuale comprovare, dovrei dire che secondo me non è tutto al 100% frutto di semplice imperizia od improvvisazione. Anche perche in famiglia c’è chi mastica, ed era pure dentro ad alcune aziende coinvolte, per mestiere certe cose. Per cui a me sembra onestamente alquanto improbabile che il tutto sia frutto del caso o di semplici sfighe ripetute e reiterate, nonostante tutte le evidenze fin da allora raccolte potessero spingere logicamente verso un cambio di strategia operativa. Ma si tratta appunto di mie supposizioni.
        Per quanto riguarda invece la scarsa attitudine del Milite nello svolgere il lavoro per cui si vanta in continuazione di possederne le somme e più elevate caratteristiche, ossia il “mastino” d’inchiesta, beh non penso ci possano essere troppi dubbi a riguardo circa questa sua, solo del tutto, millantata abilità.
        Basta infatti vedere come è andata a finire con uno dei suoi ex datori di lavoro! Ma ho l’impressione che la cosa potrà ripetersi anche con altri con cui si è trovato a dividere il suo lavoro. Alla faccia della sua “competenza” nello scopritore di fuffa varia ed assortita! 😀

    3. Ma che poi, non capisco quale sia il problema se Saba è socio unico delle sue imprese. Non entro nel merito degli eventuali fatti contestati dal Milite, ma risulta veramente ridicolo additare in modo negativo il fatto che uno non abbia soci, che poi, se i soci sono Milite, Pappagallo and Co. non mi sembra sia una grande unione di brillanti menti imprenditoriali, se non per il mero fatto di aver (in concorso?) richiesto ed ottenuto su progetti palesemente non innovativi una valanga di soldi senza mai restituirli.

      1. Oooh, bingo. Era esattamente questo che intendevo quando, in uno di questi tanti articoli, ho scritto “qualunque fuffaro ne esce parzialmente riabilitato, dal confronto con Milite. E ciò che ci rimette, con la sua scarsa credibilità, è quindi il debunking tutto”.

        Sull’ammontare (più o meno preciso) della valanga di soldi sto appunto scrivendo l’ottava puntata.

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