Nel riprendere le fila di questa lunga ed intricata storia (la quale mi occuperà per un’altra, forse persino due, puntate aggiuntive) invito il lettore a tenere a mente tre concetti chiave fondamentali:
- Consulenze
- Idee innovative
- Numero di dipendenti
Ed un altro schema di riferimento, che integra il precedente.
Ed ora partiamo…
La Discovery Up.
Il 3 Maggio 2021 la Dott.ssa Rossana Romano, Direttore Generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, firma un decreto, il n.ro 239, attraverso il quale vengono concessi fondi “POR Campania EFSR“: vale a dire “Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale“.
Per la precisione si trattava di “SUPPORTO ALLO SVILUPPO DI PRODOTTI E SERVIZI COMPLEMENTARI ALLA VALORIZZAZIONE DI IDENTIFICATI ATTRATTORI CULTURALI E NATURALI DEL TERRITORIO, ANCHE ATTRAVERSO L’INTEGRAZIONE TRA IMPRESE DELLE FILIERE CULTURALI, TURISTICHE, SPORTIVE, CREATIVE E DELLO SPETTACOLO, E DELLE FILIERE DEI PRODOTTI TRADIZIONALI E TIPICI“.
E, prima che qualche laureato in Giurisprudenza alla Scuola Radio Elettra gridi alla violazione della privacy, si tratta anche in questo caso di un documento assolutamente pubblico, in virtù delle norme sulla trasparenza dell’amministrazione pubblica: che io per comodità rendo disponibile qui, per chi volesse leggerselo per intero.
Vennero concessi 183.208,34 euro in totale (di cui metà a fondo perduto e metà a tasso agevolato) ad una cordata di 3 società, denominata Discovery Up: e ben 150 erano stati richiesti per coprire il costo delle “consulenze in tema di ICT, marketing ed innovazione” di cui queste tre società dichiaravano di doversi avvalere per realizzare la loro idea imprenditoriale (e comunque non concessi).
Lo sottolineo, questo aspetto della netta predominanza della voce “consulenze”, perché ci torneremo su più avanti.
Le società della cordata Recovery Up erano:
- Mazer Srl
- Mybnb Srl
- YouNg Srl
La Mazer Srl.
La Mazer srl, fondata nel 2018, era la società preposta a commercializzare Laila, una AI la quale avrebbe dovuto provvedere ad automatizzare le comunicazioni delle aziende: Laila booster e Laila personal shopper, per la precisione.
Un chatbot insomma: e per i non addetti ai lavori ricordo che il primo chatbot si chiamava ELIZA e risale al 1966. Tanto per parlare di innovazione ed idee straordinarie.
Sì, quella Laila cui ho già accennato nel terzo articolo, quando ho citato Elteide, la società di consulenza di Carmine Pappagallo, Deus ex machina di Insem: ed ho rilevato che Elteide era di Pappagallo, e pubblicizzava come case history di successo l’aver fatto ottenere finanziamenti a Laila.
La quale Laila era, appunto, un marchio di Mazer srl, ed il cui sito è morto e sepolto: con tanto della solita icona di Iubenda scaduta che accomuna un po’ tutti in questa storia.
Ed infatti la Mazer srl aveva sede lì dove ha sede Insem.
Ah già, Insem era un “hub“, come sbraita Germano Milite all’indirizzo di questa “incompetente cialtrona rincoglionita inetta dilettante scarsa“, che poi sarei io.
La Mazer, come si deduce da questo screen che segue, non ottenne denaro solo da quel decreto, ma anche in altri modi:
- 400k di finanziamento pubblico da Invitalia
- 90k di crowdfunding
- 50k di Private Equity
E lo screen non li racconta neppure tutti, sti finanziamenti: ce n’è un altro degno di nota, di cui parlerò più avanti.
Prima però vorrei anche aprire una piccola parentesi su quei 90mila euro raccolti tramite la piattaforma 200crowd nel 2018.
(La TwoHundred Crowd). Fra parentesi, appunto.
Vi è ragione di ritenere che, essendo passati più di 4 anni, quei 90k siano stati restituiti da Mazer srl.
Solo che modo di verificarlo, almeno sul web, non c’è.
Perché il sito di 200crowd non esiste più.
Il suo profilo Twitter è fermo al 10 Giugno 2022
e rimanda a link improbabili sul blog del sito inesistente.
E la pagina Facebook è una landa desolata ferma anch’essa a giugno 2022 in cui rotolano bot come balle di fieno e l’unica forma di vita reale è un utente il quale, a giugno 2023, chiedeva che fine avesse fatto il tutto. E, 8 mesi dopo, si sentiva rispondere così da un altro utente.
Restano tracce della raccolta per Mazer nei post e di recensioni discordanti e senza mezze misure su Google e Trustpilot: dai totali entusiasti a coloro i quali si lamentano, in buona sostanza, di aver perso i loro soldi a causa della totale assenza di controlli preventivi sulle aziende presentate.
Due cose comunque sono certe: uno dei suoi fondatori, un tale Matteo Masserdotti, si autodefinisce “imprenditore seriale“
Aspetta… dove l’avevo già sentita questa espressione? Ah sì, Carmine Pappagallo di Insem!
Ed in quanto tale Masserdotti ha appena avuto un’altra brillante idea, ed ha appena fondato un’altra piattaforma di crowdfunding, Viceversa.
Sempre destinata alle start-up. Questa però basata sul Revenue Based Financing, vale a dire sulla “condivisione di una percentuale dei ricavi dell’azienda finanziata per il rimborso degli importi ricevuti“. Ok.
Speriamo vada meglio di 200crowd: visto che il fatturato della società dietro il marchio 200Crowd, la The Ing Project srl, pare proprio in caduta libera.
Bene, chiusa questa parentesi torniamo alla cordata Recovery Up ed alla prima delle tre, la Mazer srl.
Il PNRR e la liquidazione.
Avevo detto che quelle elencate ufficialmente nello screen più sopra non sono le uniche sovvenzioni che la Mazer è riuscita ad ottenere. Vi è appunto anche il decreto della Regione Campania.
E non solo.
Nel 2021 ha ottenuto altri 45.500 euro erogatigli grazie al PNRR (qui i dati di OpenPolis, e qui direttamente il link al sito governativo)
Solo che poi, desolatamente, anche la Mazer Srl è finita in liquidazione.
Dopo aver presentato Laila, un progetto per un banale chatbot come mille altri, il cui sito è diciamo agonizzante, aver dato un lavoro stabile a DUE persone, ed aver incassato fondi pubblici e crowdfunding assortiti per qualcosa tipo 500mila euro.
La Mybnb srl.
La seconda della cordata.
La Mybnb è (era?) un’agenzia di affitti a breve a termine, turistici insomma: con sede a Napoli.
E che vi sia un collegamento con Insem e todo il cucuzzaro è evidente se non altro perché, appena apri il sito, ti si presenta il chatbot Laila.
Oh, neanche Mybnb è sta gran genialata innovativa, a mia modesta opinione: perché gli appartamenti che trovi su Mybnb, tipo questo
li trovi serenamente ovunque,su Boooking o Airbnb (di cui forse non a caso ricalca il nome).
Insomma, quelli di Mybnb non si sono inventati nulla di nuovo neanche loro, come quelli di Mazer. Si propongono come gli ennesimi intermediari fra locatario e locatore, in un mercato già saturo e governato da colossi: tipo iscriversi al Gran Premio di Formula Uno con un’Ape Piaggio. Non si capisce cosa ci abbiano visto di innovativo alla Regione Campania.
La cosa interessante è che la Mybnb risulta fondata da questo signore qui: Christopher Holter.
Il quale nel gennaio 2018 fonda Mybnb, ed un mese dopo inizia a lavorare in Insem. Ed il cui ultimo post, in cui parla di sto Mybnb, risale a settembre 2023. Ben 5 mesi fa.
Mybnb la quale non pare depositare un bilancio dal 2020 (o almeno non lo si trova manco col lanternino) ed aveva un fatturato in perdita vertiginosa ma un utile alle stelle. Avrà ridotto i costi di gestione.
E nel 2021 ha ottenuto i 16.908,34 euro del decreto 239 insieme a Mazer srl e YouNG srl.
E l’anno dopo anche altri 14.980 euro di sussidi con la determina dirigenziale n.ro 95 del 3 marzo 2022 (pagina 12 del documento).
Il tutto sempre con un solo dipendente pure lei.
Come faccia il sito di Mybnb ad essere ancora attivo ed apparentemente accettare tutt’ora pagamenti per le prenotazioni degli appartamenti mi sfugge. Ma va bene così.
Giunti a questo punto rimando YouNG, Elteide, Auxilia ed un sacco di altre cose e considerazioni (e ci sono, oh se ci sono) al prossimo articolo.
Più si va avanti e più la cosa puzza…
E’ possibile che nessuno si sia accorto, tranne te, dell’immenso giro di filo di lana fino a formare un nodo enorme?
Hai fatto un gran lavoro, come al solito!
Prevedo un’impennata nelle vendite di pasta fissan ❤️
Anche io Paolo, anche io.
E credo che di grane ne arriveranno altre.
Magari da canali diversi.
Germano Milite non si accorge mai di niente, non è mai colpa sua e a sbagliare sono sempre gli altri. IMBARAZZANTE! Speriamo in un intervento della Magistratura.
Più che altro a Milite piace un sacco il ruolo di mastino contro i furbetti, ma più si va avanti e più sembra sempre più invece il cane da pastore usato per portare e tenere le pecore nel gregge! 😀
Come sempre, chapeau, bravissima