Dom. Set 8th, 2024

Ho chiuso il precedente articolo con lo screen di un post di Germano Milite: quello in cui annunciava al mondo di aver ricevuto la visita della Guardia di Finanza, e se ne lamentava sdegnato.

Con quell’accenno a quella Phoenix edit finora mai nominata.

Da Nextus a Phoenix edit.

Phoenix edit è un’altra società, l’ennesima di questa storia: nata dalle ceneri di Nextus.

Desolatamente non posso pubblicarne la visura camerale, perché la legge è un po’ ambigua in materia: ma basta richiederla e si vedrà che vanta un capitale sociale di 70mila euro e ci sono tre soci.

E Milite non è nemmeno quello di maggioranza, anche se risulta l’amministratore unico: quello di maggioranza sta in Spagna.

Ma, soprattutto, Phoenix ha in affitto/comodato ciò che resta di Nextus

Prova ne è che il famoso programma di fotoritocco (mai decollato), il quale doveva sbancare il mercato con la Nextus poi finita in liquidazione

è lo stesso prodotto oggetto dell’attività di Phoenix: cambia solo che il sito adesso è scritto in un altisonante inglese.

E naturalmente cambia la sede della società.

Ora in Via Lorenzo Maria Neroni 11 a Caserta: vale a dire lo studio di commercialista del padre di Germano, Sabato. Il quale era già segretario nel CDA di Insem.

Se ne deve dedurre che la famosa visita della Guardia di Finanza era forse dovuta a ciò: verificare che questo affitto/comodato delle ceneri di Nextus (in liquidazione e con un debito pendente nei confronti dei consumatori) fosse regolarmente fatturato. Tutto lì: uno esibisce le fatture e fine della fiera. Senza stare a fare post vittimisti contro il sistema Italia.

Se ne deve dedurre anche che Milite ci creda proprio, in questo software rivoluzionario: e forse coltiva l’idea (o magari ne è proprio certo) che la fine ingloriosa di Nextus fosse colpa dei soci sbagliati.

A sto punto si spera tutti che abbia trovato quelli giusti: i quali non chiederanno più aiuti statali né prestiti in crowdfunding che non restituiranno per colpa del destino avverso.

Restano ancora YouNG e la nuova avventura Fufflix.

YouNG: giornalismo slow e publiredazionali.

YouNG nasce nel lontano 2012, dalla mente in continuo fermento di Germano Milite.

E questo algoritmo deve aver fatto davvero danni notevoli, se di 800mila fan ne sono rimasti circa 36mila su Fufflix ed 80mila su YouNG.

Ad ogni modo, nel 2017 Milite convince Carmine Pappagallo dell’opportunità di investire nel progetto.

E provano a rilanciarlo con scottanti inchieste e video scomodi come questi: sui padri dell’anno, i bambini pucciosi ed i pesci che resuscitano.

O monologhi di Milite su argomenti introvabili in rete e mai affrontati da nessuno prima.

E, una volta risollevate le sorti di YouNG con queste raffinate tecniche di marketing, hanno potuto passare a chiedere donazioni per il progetto giornalistico: in modo da poter essere liberi dalle pressioni degli inserzionisti.

Probabilmente però queste donazioni non devono aver raggiunto cifre astronomiche.

YouNG infatti risulta in caduta libera anch’essa.

E quindi pure il giornalismo d’inchiesta, slow o fast che fosse, insieme alla libertà dagli inserzionisti, sono andati a farsi benedire.

Infatti anche se, curiosamente, il 16 gennaio scorso (giusto due settimane fa, agli inizi di questa inchiesta), molte cose sono sparite dal sito, Wayback Machine ci mostra con evidenza incontrovertibile cosa fosse di fatto YouNG.

Un unico, immenso publiredazionale.

Tre articoli su Matteo Saba a firma di Germano Milite, ed il resto tutta pubblicità. Quella infingarda, il “publiredazionale”: quello che sembra un articolo ma non lo è. Con tanto di link esterno all’azienda sponsorizzata.

Pezzi di altri a fatica.

Soprattutto non di nomi eccellenti come Emiliano Rubbi e Davide Gambardella, che pure figurano fra gli autori del “team”: magari avranno scritto due righe cento anni fa, finite nel dimenticatoio, e i loro nomi sono ancora lì.

E, tanto per non farsi mancare nulla, pure articoli (anzi, publiredazionali) nei quali venivano sponsorizzate le aziende di Milite e Pappagallo.

Cortesie reciproche fra i due: tra le testimonianze sulle doti imprenditoriali di Pappagallo, nel sito del medesimo, spicca infatti quella di Milite.

I codici ATECO.

Ad oggi YouNG risulta una testata giornalistica regolarmente registrata nel 2014.

 

Anche se iscritta al ROC (Registro degli Operatori di Telecomunicazione) solo nel 2020.

Ma la cosa che mi lascia perplessa è che sia la YouNG srl che la neonata Mastino srl che la detengono (perchè addirittura due società per un singolo giornaletto? Boh) hanno entrambe (al di là della sede legale nello studio di papà commercialista che vabbè, ci sta) un solo dipendente e codice ATECO 58.19.

58 è il macrosettore per i codici ATECO dell’editoria: 58.19 in particolare è “cataloghi commerciali, fotografie, incisioni e cartoline, biglietti di auguri, moduli, manifesti, riproduzioni di opere d’arte, materiale pubblicitario, altro materiale a stampa calendari, cartoline riprodotte con sistemi meccanici o fotomeccanici, edizioni di registri e quaderni edizione online di dati ed altre pubblicazioni“.

Nulla a che vedere con le testate giornalistiche: nel caso di YouNG sarebbe più indicato un 58.14periodici e altre riviste, pubblicati meno di quattro volte alla settimana“.

Però il 58.19 è l’unico, dei codici ATECO dell’editoria, il quale permette di godere del regime forfettario: ovvero tasse più basse. Con una flat tax ridotta ad addirittura il 5% nei primi 5 anni di attività.

Non ha nulla a che vedere nemmeno con la raccolta di abbonamenti per il servizio di Fufflix, o i proventi delle sponsorizzazioni sui video YouTube dello stesso canale (è stato creato un codice ATECO apposito, per gli streamer): però oh, può darsi che Mastino srl, o YouNG srl, abbiano come attività prevalente la produzione di biglietti d’auguri e materiale pubblicitario, non vuol dir nulla.

Magari c’entra un’altra società, Cartoons, ora GetmeYellow, la quale produce appunto materiale di questo genere: di proprietà di Pappagallo e passata a Milite all’uscita da Insem (parole sue, di nuovo. In barba alle opposte dichiarazioni “da Insem non ho preso nulla”) e di cui, dopo la vendita (da 100mila richiesti a 30mila ottenuti) conserva il 5%: cosa che quindi permetterebbe il codice ATECO 58.19.

Ma non mi va di dilungarmi, sono stufa e voglio passare alle conclusioni.

Conclusioni.

Dopo aver passato tanti giorni a vivisezionare (e spesso subire) le gesta di questo piccolo personaggio del web, posso dire senza ombra di dubbio che l’aspetto che più mi ha colpita è la sua incoerenza.

Un’incoerenza talmente lampante da risultare persino ridicola.

Un esempio è in questi due commenti, scritti in due momenti diversi.

Siamo nel 2024, YouNG è nata nel 2012, fa 12 anni… insomma, lo pagavano a YouNG o ha lavorato per la gloria?
Dipende.
Dipende evidentemente dalla domanda che gli viene posta e dove intuisca che quella domanda voglia andare a parare: a seconda di ciò, quindi, fornirà la risposta più conveniente, quella che lo fa “uscire meglio”. Senza preoccuparsi minimamente del fatto che stia affermando l’esatto contrario di quanto affermato in precedenza.
Oppure quando si autodefinisce uno che “combatte i bulli” e poi minaccia gli oppositori di ritorsioni personali piuttosto gravi, al limite del ricattatorio.

Solo che tutte queste abnormi contraddizioni non saltano immediatamente agli occhi di tutti: perché sono nascoste in post lunghissimi, commenti chilometrici, monologhi in video che manco la Corazzata Potemkin.
Fiumi di parole da cui si esce storditi.
Sembrerebbe quasi una deliberata tecnica manipolatoria.
O una superficialità che nasce dalla consapevolezza di agire in un universo, quello del web, dove tutto è effimero (anche se in realtà non lo è affatto), e sicuramente la soglia di attenzione dell’utente medio è piuttosto bassa.
E tutto questo affannoso sbracciarsi in continue dichiarazioni, l’una l’opposto dell’altra, risponde alla chiara necessità di difendere un bene fondamentale per qualunque debunker, fact-checker, giornalista d’inchiesta, chiamatelo come vi pare: la credibilità.
Se non sei credibile sei finito, in questo “mestiere”.
E non puoi pretendere di essere credibile se, ad esempio, usi la tua testata giornalistica antifuffa per attaccare un’azienda, la quale sta portando avanti un progetto, quando poi salta fuori che è lo stesso progetto che ha in mente la tua azienda. La quale, tua azienda, sta pure chiedendo un prestito in crowdfunding.

Non importa se quell’azienda che hai attaccato è onesta o meno: importa che sei in palese conflitto d’interessi. E quindi dovresti evitare.
Perché la tua credibilità ne esce minata.
Senza scomodare l’etica e la deontologia che uno con il tesserino da giornalista dovrebbe avere, è una semplice questione di intelligenza e di marketing: di cui si dichiara tuttavia esperto.
Così come non puoi camuffare da publiredazionale la sponsorizzazione di un’altra tua azienda: perché se poi va male (com’è accaduto) e viene fuori (com’è accaduto) che ha preso fondi pubblici ed è in debito con i piccoli investitori, magari allettati proprio da quel publiredazionale, non ne esci benissimo.


Ma tutto questo ci conduce ad un altro punto: ed a Fufflix.


Non c’è nulla di male, intendiamoci, nel fare del debunking un business, piccolo o grande che sia, proponendo abbonamenti, oppure intasando il proprio sito di banner pubblicitari: Bufale.net e Butac lo fanno, ad esempio, anche solo per rientrare delle spese.
Però a quel punto diventa un lavoro, a tempo pieno: e va fatto con professionalità.
Ed a quel punto si è obbligati a pubblicare spesso, contenuti su contenuti: per giustificare l’abbonamento, o per portare ogni giorno gente sul tuo sito che visualizza quei banner.
Il pericolo insito in tutto ciò quindi qual è?
Che se non hai una squadra alle spalle, e pure brava (la professionalità), la quale verifica le segnalazioni e conduce le inchieste, rischi di pubblicare parecchi contenuti di scarsa qualità.
Al solo scopo di “fare numero”: articoletti superficiali i quali nulla aggiungono al tema. Roba che serve solo a fare clickbait.


Oppure, ed è il pericolo maggiore, rischi di sparare nel mucchio alla cieca. Prendendo sole. Mettendo in mezzo gente che non c’entra nulla.

Com’è accaduto con la serissima Satispay, attaccata anch’essa da Milite.

Perdendo ulteriormente credibilità.
E la conseguenza di ciò non è solo il semplice danno alla gente onesta messa in mezzo: quello è paradossalmente il minimo.
Il danno maggiore è la cortesia che così si fa ai veri fuffari.


Perché se un debunker è poco credibile, in quanto in odor di conflitto d’interessi e, in più, piglia cantonate preso dalla smania di protagonismo e dal bisogno compulsivo di tenere su l’audience degli abbonati, a quel punto i veri fuffari hanno gioco facile a dire “e chi sarebbe che dice che io sono un truffatore?! Quello lì?! Quello che attacca aziende concorrenti ed ha dato dei truffatori a gente onestissima?!”.
Capito l’inghippo, il corto circuito micidiale?
Si crea un pericolosissimo terreno fertile per la confusione: la quale è la materia prima dei fuffari.
È questo, il vero danno collaterale: per l’ennesima volta alla collettività. Che non capisce più dove stia la verità: e quindi non può difendersi davvero dalle truffe.
Ogni criminalissimo ne esce parzialmente riabilitato, dal confronto con Milite: perché a questo punto, dopo 5 puntate, è innegabile che i fatti sono veri.
Ma se Milite non avesse tutti questi “punti deboli”, chiamiamoli così, dimostrati da quei fatti, ogni criminalissimo avrebbe solo da attaccarsi: al limite farebbe come tutti i suoi simili, cioè s’inventerebbe balle clamorose senza uno straccio di prova, e tutti gli riderebbero dietro.
Ed io, francamente, fra un Saba che si presenta a sorpresa sotto quella che credeva casa di Milite, ed un Milite che minaccia di chiamare i datori di lavoro di chi gli pone domande scomode… beh, non vedo differenza.


Quanto a Fufflix… gli auguro ogni bene, ma se queste sono le premesse lo vedo come l’ennesimo fuoco di paglia, l’ennesimo sogno di gloria senza opportuno calcolo preventivo.
Anche perché, siamo onesti: cosa accade in Fufflix? Che gli utenti trovano truffatori (o presunti tali) in rete, e fanno un post. Ed altri rispondono.
Né più né meno ciò che accade nel gruppo Facebook omonimo.
Gestiti da 6 persone: di cui 4 amministratori sono Milite stesso.

Ora… perché dovrei pagare per fare e leggere su un sito (che ha un menù, per carità, comodo) ciò che posso fare e leggere gratis su Facebook?
E quando dico Facebook non intendo solo il gruppo Fufflix: ci sono decine di pagine e gruppi, piccoli o mastodontici, che smascherano fuffari.
Può funzionare inizialmente sul ristretto bacino d’utenza “Milite fanclub”: ma alla lunga la stessa domanda che mi sono posta io credo se la porranno in molti.


Specie se la credibilità (sempre quella) non riesce ad essere sempre più che cristallina.

Il mio rammarico.

Ho commesso qualche errore, durante questa inchiesta: sviste, distrazioni. Tipo copincollare un link da un tweet di altri senza accorgermi che era sbagliato, o invertire il debito con il credito. Debito che comunque resta: non era 50, era 30, e non viceversa. Sempre debito coi consumatori è però, non è che non ci sia affatto ed io abbia raccontato una balla. 

Me ne rammarico non certo per la reputazione di Milite, quella è un problema suo: frutto delle sue scelte, azioni e parole. 

Ma perché so perfettamente che questi dettagli insignificanti verranno usati come arma di distrazione di massa, con la solita metodologia manipolatoria che già ho descritto: infarcire di parole per distogliere l’attenzione dai fatti principali innegabili. Contando sul fatto che un pubblico di distratti e smemorati non si renderà conto che il tizio afferma tutto ed il suo contrario, a seconda della convenienza del momento.

Né farà caso alla violenza verbale, l’arroganza, le querele annunciate un giorno sì e l’altro pure, i fake visti ovunque, la mistificazione per calunniare deliberatamente: anzi la loderanno.

Il manuale del perfetto fuffaro in salsa antifuffa. 

Come quando (ma è solo un esempio fra mille) ha detto che avrei parlato male di Michelizza di Bufale, taggandolo pure: mentre invece io avevo solo pubblicato lo screen di COMMENTI beceri di follower di Milite all’indirizzo di Charlotte Matteini. C’era un like di Michelizza che risultava in quello screen, sì, ma al POST di Milite: il quale nulla aveva, una volta tanto, di condannabile. Nessun accenno da parte mia a Michelizza. Vera e propria fuffa diffamatoria dire che avevo parlato male di Michelizza: manipolazione da 4 soldi, che neanche nei peggiori bar di Caracas. 

Per tacere dell’essersi legato ai peggio fuffari del web, i più sfigati fra gli sfigati, che ho smascherato in passato: pur di dipingersi come la vittima sacrificale di una “dilettante” che lo perseguiterebbe per invidia del suo successo planetario, tutto nella sua testa. Dando spazio, lui sì, a vere diffamazioni ignobili inventate di sana pianta.

Come se io avessi scritto “oh gente, leggete Saba, perché ha ragione a dargli del pluripregiudicato”. Ma io non l’ho fatto, anzi ho cestinato commenti parecchio virulenti. Lui invece no.

Una persona che, davvero, non vorrei nemmeno come conoscente casuale.

E che considerare un antifuffa affidabile mi pare decisamente rischioso.

Di L'opinionista scalza

Scrivo perchè telefonare è troppo faticoso.

24 pensiero su “YouNG e Fufflix e la credibilità. Parte 5.”
  1. Rispondo solo ad una domanda (edit: forse a più di una)…
    Il senso di un progetto come Fufflix? Perché (al di là che poi il personaggio di Milite possa piacere o meno, e onestamente, magari sarò stupido io, ma non vedo questo collegamento così chiaro ed evidente con quanto scritto in questi articoli e la sua attività di lotta alla fuffa e ai fuffari) un servizio che combatte i fuffaroli e permette alla gente di avere dei feedback su un personaggio, può essere estremamente utile. Se tutto questo rischia di essere minato perché un giorno, un pirla qualunque (come fece il Saba), si sveglia e decide di segnalare la pagina e Facebook decide di chiuderla, tutto andrebbe in fumo. Lo scopo di avere una piattaforma proprietaria è solo ed esclusivamente questo, per quanto mi riguarda (poi che sia più utile e più comodo anche per Milite, non c’è dubbio). L’aiuto della community è, immagino, semplicemente perché si crede nel progetto, al di là anche di chi lo porta avanti magari. Perché se Germano è un pessimo imprenditore, a me sinceramente frega cazzi (e magari sbaglio eh, perché ripeto, sono stupido io) a me interessa il lavoro di debunking ai fuffari che si credono più furbi degli altri e vogliono fottere il prossimo (che sia con l’oro grezzo o con l’e-commerce dfy).

    1. Ho detto fin dall’inizio di questa vicenda che ognuno ne avrebbe tratto le conclusioni che la sua indole ed intelligenza lo avrebbero condotto a trarre: queste sono le tue e ne prendo atto.
      Da parte mia non dirò, in merito a ciò che penso, nulla di più di quanto ho già detto.

    2. Ormai Germano Milite, alla luce di quanto emerso, ha perso la faccia. Chi lo sostiene son sempre meno e di un livello inesistente. Tempo 6 mesi / 1 anno e il progetto FUFFLIX sarà annoverato tra le tante imprese create e poi chiuse da chi dovrebbe cercarsi un lavoro vero, magari da dipendente e con funzioni in linea con le poche capacità del signore in questione. Magistratura e organi competenti faranno il resto, il passaggio della Guardia Di Finanza a casa di Milite come da lui dichiarato è solo un passaggio, il resto arriverà molto presto e questi articoli torneranno molto utili a chi di competenza. La setta di Milite può avere valenza solo per persone problematiche e persone che veicolano odio al solo fine di passare il tempo non avendo molto di più di lui da fare. Fine dei giochi.

      1. Ribadisco (ed a questo punto sono bel oltre la nausea) che nessuno può affermare con assoluta certezza vi siano dei reati. E in ogni caso non credo proprio che Magistratura e Guardia di Finanza abbiano bisogno dei miei articoli.
        Fra l’altro mi è stato linkato ieri un articolo di Saba, riguardo al “fallimento” di Insem: ecco, sbraitare che Insem è fallita e portare a supporto gli screen del sito Evenfi in cui si dice che è stata presentata istanza di fallimento, è disonesto. Perché c’è un aggiornamento di novembre, sempre nello stesso sito, in cui si dice che Insem ha ricominciato a pagare qualcuno e quindi l’iter legale si è fermato: che è ciò che ho riportato io.
        E non si può neppure dire che l’articolo di Saba sia precedente a ciò, perché è del 19 gennaio.
        Non occorre manipolare i fatti per far “uscire male” Milite: purtroppo per lui basta la verità.
        Paro paro alla stessa manipolazione bugiarda che ha fatto Milite dello screen del suo post cui Michelizza dava il like. E quindi si chiude il cerchio con il primo articolo: stessa pasta, due maschi da manuale.

        1. Se la GDF esamina le carte e ci sono, che ne so costi gonfiati, tipo per le famigerate “consulenze”, a fronte di situazioni debitorie in essere, e mai saldate, ritengo che gli estremi per i reati ci siano invece eccome. D’altronde il soggetto in questione ha fatto il pieno di incongruenze. Un giorno dice una cosa, quello dopo l’esatto contrario, e dunque forse, ripeto forse, qualche magagna secondo me può esserci. Altrimenti non si spiegherebbe a mio avviso tutto questo continuo dire tutto ed il suo contrario.

  2. Bel finale!!! Il marketing è immagine, e’ coerenza, e’ portare avanti un prodotto se non c’è immagine, coerenza perde di significato il prodotto oppure il prodotto non è mai stato il punto focale di tutto il lavoro. Io mi sono fatta una opinione precisa del signor Milite e non è una bella opinione.

  3. Sono qui a farti un milione di applausi.. hai contribuito a far vedere, con passione e dedizione, quali scheletri nasconde il Milite nei armadi (nascosti pure male), sei partita da “uomini che odiano le donne” e sei finita a “il genio della fuffa”.. così come il grande Totò provava a vendere la fontana di Trevi al povero turista lui ha cercato di vendere la sua attività integerrima a persone in cerca di un guru! Per fare questo si è circondato di personaggi di dubbia morale (come Zanoni) che provano a fare soldi trattando le donne come pezzi di carne da commentare (basta vedere cosa si scrive su super zeta.it).., BRAVISSIMA

  4. Ho atteso con impazienza la stesura della puntata finale della serie dedicata al “verticalizzatore”, per trarre una conclusione e direi che hai tracciato un quadro più che esaustivo sul personaggio in questione.
    Per quello che mi riguarda non c’è più nulla da aggiungere. Chi vuol vedere con obiettività ciò che è sotto gli occhi del sole, in tutta la sua palese evidenza, ha ora certamente molti elementi per giudicare quale sia la reale credibilità di chi ama ergersi a paladino antifuffa e giudicare gli altri da un altare sempre più scricchiolante. Che è la cosa che a me personalmente ha urtato sempre di più in tutta questa complessa vicenda.
    Ti ringrazio dunque per questo lavoro certosino ed anche per l’onestà intellettuale che ti ha contraddistinto quando, come capita spesso a chiunque si impegni nello sbrogliare simili gineprai, sei incappata in qualche piccolo incidente di percorso e lo hai dichiarato assumendoti totalmente la tua responsabilità. Anche se poi in realtà tali piccoli “incidenti non hanno inficiato e cambiato certamente la sostanza dell’oggetto in discussione che è stato reso via via più delineato e sviscerato.

  5. Quello che comunque mi fa più sganasciare è che anche in Phoenix Edit il nostro “eroe” ha una quota societaria minoritaria, pur essendone comunque l’amministratore. Ci scommettete che se le cose dovessero buttare male se ne uscirà, come ha sempre fatto, con un “Ma che volete da me? Non sono mica io il socio di maggioranza?”.
    Mentre invece quando va tutto “bene” indovinate un po’ come la racconterà? 😀

  6. Se scoprissi di avere tra i miei sodali Matteo Saba e Caselli (con fake annessi) mi porrei un paio di domande.
    Se venissi apprezzato e appoggiato da terrrapiattisti e novax forse qualcosa è andato storto.

    1. Ma vedi, a parte che questo sito è tutto meno che terrapiattista e no-vax (mi sa che non li hai letti gli altri circa 200 articoli che ho scritto). Però mi pare assolutamente fisiologico che venga ad approvarmi Saba, non mi aspettavo nulla di diverso, è il suo acerrimo nemico. Sono strumentalizzazioni e personalismi che servono a loro due, in cui entrambi sono maestri, e da cui mi sono fin da subito chiamata fuori.
      Il fatto però che ti sfugge (o fai finta di non notare) è che non ci sono solo fuffari: perché i dati sono incontrovertibili.
      Se la tua argomentazione è tutta qui non posso che invitarti a rileggere tutto con un occhio più critico, meno da adepto indottrinato di una piccola setta: posto che tu ce la possa fare.

      1. Hai ragione non ce la posso fare, tu hai i “dati incontrovertibili” tipo “forse conosce uno che affitta le auto ai protestati”.
        Non ci tengo ad entrare nella tua di setta, preferisco i Davidiani o la Heavensgate a questo punto.

  7. Mah, sulla questione satispay ha detto che al momento sono ampiamente in rosso. Basta andare a guardare wikipedia. Nel 2022 , su un fatturato di 10 212 093 ha un utile di – 42 040 352 €, quindi al momento sta bruciando cassa. Siete convinti nei prossimi anni andra’ in utile? Chissa’, io non ne capisco, se c’e’ gente che ci sta investendo probabilmente magari si, ma appunto, anche colossi piu’ grandi sono finiti a gambe all’aria, quindi potrebbe benissimo capitare anche a satispay. E Ger

    1. Sì, sì, ottimo.
      Adesso la faccio io a te una domanda: sul fatto che prima dica di non aver beccato un soldo all’uscita da Insem e poi invece venga fuori che la buonuscita è stata un’azienda che ha venduto? E quello che prima decanta di aver ottenuto grandi compensi da YouNG e poi dopo di non aver mai preso il becco di un quattrino? Sul fatto di aver usato il suo giornaletto d’inchiesta per promuovere occultamente le sue aziende (tutte finite male)?
      Su quello niente da dire?
      Nonostante tutto ciò tu ritieni le sue considerazioni su questo e quello affidabili? Non ci vedi un pericolo di confusione generata dall’interesse personale o la mera antipatia, che di fatto crea un danno al concetto di debunking? Contento tu, oh.

      1. Io valuto le argomentazioni che vengono portate rispetto a determinati personaggi, se parliamo del lavoro giornalistico di Milite su Fufflix. E magari, se volevi appunto dimostrarne l’innafidabilita’, dovevi riportare un esempio dove ha toppato alla grande. Evidentemente su quello non ci sono, e io onestamente non e’ che faccio il tifoso di Milite, seguo fufflix perche’ mi interessa capire meglio alcuni personaggi di cui si parla li. E cerco di farmi un’idea non solo su fufflix, ma valutando varie fonti.

        1. “Evidentemente non ci sono”. Questa è la tua conclusione.
          Che sposta il focus: mi complimento per il tentativo dialettico, non perfetto ma comunque sempre meglio delle crisi isteriche e le furie narcisistiche di Milite.

  8. Tra l’altro ottimo nick l’opinionista scalza, ottimo sinonimo di te stesso vero Matteo? Oltre ai vari commentatori d’accordo con l’articolo, anch’essi tuoi avatar.
    Scommettiamo che non pubblicherai mai questi commenti?

    1. No no, te lo pubblico eccome.
      Però dovete fare pace col cervello eh: uno mi minaccia di venirmi sotto casa, a me donnetta, anzi “lurida puttana”. Però è talmente idiota che prima di mettere la VPN gratuita manda lo stesso messaggio dal suo IP vero. Un altro vede Saba in ognuno che commenta su questo blog e mi chiede come faccio a non accorgermi che Davide, Alessandro e Silvio sono Saba: ma nessuno di loro lo è.
      Ora arrivi tu con la notiziona che io, sono Saba.
      A me parete piuttosto ossessionati e confusi: e sono già gentile.
      Però grazie per questa ennesima dimostrazione del livello medio di acume del Milite fanclub.

  9. Però a quel punto diventa un lavoro, a tempo pieno: e va fatto con professionalità.
    Ed a quel punto si è obbligati a pubblicare spesso, contenuti su contenuti: per giustificare l’abbonamento, o per portare ogni giorno gente sul tuo sito che visualizza quei banner.

    L’unica parte che non condivido, prima di abbonarsi un utente nota la frequenza e tante altre cose, nessuno lo obbliga

      1. Esatto
        La questione Insem e Nextus è semplice, Milite ha promesso o lasciato intendere cose che non ha poi mantenuto?
        Si => allora Milite è colpevole;
        No=> allora gli investitori sono stati sprovveduti;
        Stesso discorso per gli abbonamenti, se ha all’attivo 100 articoli al mese e al mese successivo smette di pubblicare (senza avvisare pre-rinnovo), allora ha posso in essere una condotta, poco etica, altrimenti gli abbonati non hanno nulla da recriminare, e magari sono anche contenti cosi

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