Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo in merito alla discussione pubblica avvenuta fra Germano Milite ed Arianna Ciccone sul profilo di lei, fondatrice de La Valigia Blu.
La discussione verteva sulla supposta ondata di “isteria misandrica collettiva” (definizione coniata da Germano Milite), scaturita dal caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin: in buona sintesi Milite, un giornalista come mille altri, era andato sul profilo della Ciccone (la quale non è una giornalista come mille altri), aveva sparato qualche idea strampalata, ed era stato mandato a quel paese dalla medesima.
Io avevo analizzato qui, con qualche dettaglio in più, le sue idee appunto strampalate, nonché alcune sue reazioni piuttosto scortesi: facendo, per ovvio dovere di cronaca, un breve CV dei due personaggi.
L’articolo (che sarebbe opportuno leggere prima di dedicarsi a questo) è disponibile cliccando qui.
A quanto pare Milite non l’ha preso bene, st’articolo. Così come non aveva preso bene le risposte ricevute dalla Ciccone.
Tanto che non solo ha deciso di farci una diretta YouTube, Facebook, sailcazzo dove, ma dopo la diretta è pure venuto qui a commentare: forse infastidito dal fatto che questa diretta, annunciata a reti unificate, nè la Ciccone, a quanto ho visto, ma nemmeno io, che sono decisamente nessuno, ce la siamo filata di pezza.
Questo articolo è tutto dedicato a rispondergli. Così non si può nemmeno lamentare che non ho pubblicato il suo commento.
Nella speranza che gli passi il momento di evidente subbuglio ormonale e furia maschia.
1. Introduzione (Germano si presenta con buone maniere)
“Opionista disinformata, prima che scalza (e vediamo se questo commento lo censuri, come la tua amica NON GIORNALISTA). Andiamo per punti. Mi hai bannato anche su Facebook, giusto? Essendo anche tu incapace di reggere un confronto (con, qui Germano si è dimenticato il con: lo aggiungo io) chi non si fa mettere i piedi in testa dai tuoi pensierini deliranti e dalle tue minacce di diffamazione (minacce di diffamazione?! Semmai uno diffama e stop, ma non “minaccia” di diffamare). Ma tanto mi occuperò di te e delle vaccate diffamatorie che hai scritto a breve, con o senza la tua vigliacca censura su questo sitarello”.
Tesoro, io sono liberissima di bannare chiunque, non mi pare esista una legge che m’impedisca di farlo: del resto, se su un social mi rivolgo a te con il massimo garbo, e tu mi rispondi “accendi il cervello e fai funzionare la parte razionale“, credo che rientri nel mio diritto mandarti virtualmente a quel paese. Ti ho poi solo bannato eh, mica insultato.
Sul “sitarello”, che ti devo dire… non mi sono mai vantata (chiedi pure in giro) di avere un sito della Madonna: mi pari nervosetto…
“ma tanto mi occuperò di te“: boh, fai pure. Non raccolgo donazioni per i bambini poveri, non ho banner pubblicitari, non mi spaccio per giornalista e qui non ho mai diffamato nessuno, ma esposto e dimostrato sempre fatti innegabili… quindi boh, occupatene: al massimo trovi che ho qualche debito con Equitalia.
2. Unico attacco sui dati di fatto: Arianna Ciccone non è giornalista.
“Arianna Ciccone, prima di tutto, NON è giornalista. Non risulta iscritta ad alcun albo e, dopo quello che ho subito io, lato censura, diffamazione e dinamiche da branco, mi hanno scritto in tanti (e tante), lamentando i suoi metodi di censura. Addirittura, come dimostrerò, quello “scrigno di democrazia” di Valigia Blu, ha bannato utenti per delle semplici reaction. Insomma: vuoi fare la scrittrice (maldestra e non certo nota), ma neppure sai verificare se la tizia che definisci “giornalista” è tale o meno. Eppure, bastava un passaggio veloce sul sito dell’ODG”.
Guarda che il fatto che Arianna Ciccone non sia più giornalista mi sa che fino a qualche giorno fa lo ignoravi anche tu, visto che nei tuoi commenti incriminati la chiamavi “collega”: e lo ha dichiarato lei stessa nei suoi commenti sulla mia pagina (ah già, scusa, ti ho bannato, magari non li hai letti: potrai mai perdonarmi?).
Cioè, ho scritto tutto uno spiegone sul fatto che le tue argomentazioni sui femminicidi “in calo da 20 anni” non stavano in piedi, riportando dati e numeri… e tu l’unico dato che mi riesci a contestare è che ho definito “giornalista” una che ha gettato alle ortiche il tesserino?
Quanto agli utenti bannati dalla Valigia Blu, perdonami eh, ma usciamo da un periodo brutto brutto, e ne stiamo vivendo uno altrettanto: mica mi vorrai fare il complottaro sovranista che inneggia al “libero pensiero” e ritiene legittime le opinioni di no-vax, fascisti ed affini? Dai, su.
3. Primo annuncio di querela: con aggiunta di “lei non sa chi sono io”.
“La cooperativa con la quale collaboro ha 200 famiglie servite e, tra i clienti, anche membri del Parlamento. Realtà di prestigio di Roma, con ottime testimonianze da parte dei suoi pazienti e dei suoi dipendenti, che hai ingiustamente provato ad infangare per colpire me (e girerò anche loro questo tuo deliro, così valuteranno il da farsi). Quando una cialtrona accecata dall’odio prova a colpire chi non può neppure sfiorare, capita che spruzzi merda incontrollata dove non dovrebbe spruzzare e…gli arriva poi dritta in faccia”.
Allora, che ho detto sulla cooperativa con la quale collabori?
Questo:
Non è forse vero che le società/cooperative le quali si occupano di assistenza domiciliare per anziani ingaggiano per lo più donne provenienti dall’Est Europa?
Ed anzi, la precisazione era dovuta: giacché si parlava di donne, nell’articolo. Da difendere nei loro diritti, e che sovente vengono impiegate nei lavori più umili ed utili alla società sempre più anziana: non da insultare appena ti muovono una critica. E questo sarebbe opportuno che il Brand Manager di una cooperativa del genere lo ricordasse.
Quindi dì pure ai clienti, membri del Parlamento compresi, di stare sereni.
3. Lo “slow journalism”.
“Young è un progetto indipendente nato nel 2011, con 20 milioni di viste all’attivo. A breve sarà rilanciato totalmente, dalla nuova società che l’ha acquisito. Il fallimento, dunque, dove sarebbe? Nel fatto che abbiamo un approccio “slow journalism” e non pubblichiamo di continuo? Ma sei messa sul serio cos male, Sara?
La tua amica non giornalista chiede soldi a sostegno del suo progetto da sempre. E fa pure bene. Come mai, quindi, moralizzi sul “tasto sostieni in bella vista”? Mancanza disperata e desolante di motivi per attaccarmi, giusto?”.
Allora Germano… sui 20 milioni di visite all’attivo sul tuo “Young” non mi ci metto neanche a chiederti di dimostrarle, chissenefrega onestamente. Del resto, se esiste da ben 12 anni, ci sta pure.
Però che sia in stato catatonico (non ho usato il termine “fallimento”) lo dici tu stesso senza rendertene conto.
Quando affermi “a breve sarà rilanciato“: cioè, se deve essere rilanciato vuol dire che ora è morto. Lo vedi che in quanto a dialettica te la cavi male?
Ed è esattamente ciò che ho rilevato.
E scusami, ma non stiamo a ciurlare nel manico eh, ti occupi di fuffaguru e lo sai meglio di me: io qui donazioni o abbonamenti per leggere i miei articoli non ne chiedo, perché voglio essere libera. Perché il mio è appunto un “sitarello“, come dici tu. Ed io voglio essere libera di scrivere quando mi pare: visto che per me non è un lavoro.
Se chiedessi donazioni ed abbonamenti l’etica (non la legge, l’etica. Ed il mercato) m’imporrebbe di sfornare contenuti, meglio se di valore, ad intervalli regolari e ravvicinati: che è esattamente ciò che fa la Valigia Blu della Ciccone. Anche perché alla Valigia Blu sono in tanti, e quindi ci riescono: io sono una sola.
Ma se chiedi donazioni, e poi produci un articolo al mese come fa Young, non è carino.
Però oh, se pubblicare un articolo al mese è una nobile arte la quale risponde al nuovo nome di “slow journalism”, ne prendo atto.
Detto ciò, quindi, piantala con sto piagnisteo vittimista dell’odio e del “l’hai detto solo per attaccarmi”: è un dato di fatto, che se si chiedono donazioni si dovrebbe produrre contenuto regolare. Lo fanno pure i fuffari, infatti.
Piagnisteo che hai ripetuto pure dopo e che pubblico per amor di completezza, ancora ti lamenti che ti ho censurato:
“Ottimo, poi, il tentativo becero e meschino di bullismo sulle mie presunte “molteplici attività fallite”. Tipico dei cazzari (ah, sono una cazzara) che, non avendo argomenti d’attacco (e no, qualcuno ce l’ho, come vedi), da vermi (sempre meglio. Stavi proprio nervoso eh), usano questa balla. Complimenti per esserti messa al loro stesso, infimo livello. Anche fosse (ah, quindi metti le mani avanti, lo sai anche tu che forse è), prova a denigrarmi per questo (l’ho appena fatto infatti) e non argomentando nel merito di quanto ho asserito e dimostrato (ma chi t’ha guardato Germà? Ma ti pare che mi sono posta il problema di guardare la tua diretta?)(ovvero che Valigia blu diffonde DATI FALSI SUI FEMMINICIDI) (veramente io nel mio articolo ti ho presentato i dati di OpenPolis, non della Valigia Blu: che fai, mischi le carte?), qualifica ancora una volta te e la tua cilatroneria (cialtroneria, rileggi prima di spedire)”.
4. Insulti sparsi.
Ma svegliati, cribbio, che sembri una totale rincoglionita (Milord, i miei omaggi). Di attivare la parte razionale del cervello lo suggerisco A TUTTI, uomini e donne, quando scrivono le idiozie non sense che hai partorito tu. Questo vittimismo patetico (IO? Non gli si può far notare un errore che frigna lo si faccia solo per attaccarlo perché… Boh, si crederà importante) non fa che definire ancora una volta il tuo approccio da cialtrona faziosa e scorretta.
A differenza tua e della tua amica, non FUGGO dal dialogo e non censuro neppure chi delira e diffama come te (niente, sta cosa di essere stato bloccato su Facebook da entrambe non gli va giù. Lo capisco, son problemi da adulti in effetti). Anche qui, siete voi a qualificarvi da sole, con il vostro comportamenti da vigliacche incapaci di reggere un dialogo con chi può mettervi al vostro posto (l’uomo che mette la donna al suo posto, un evergreen) in poco e con poco, data la pochezza della vostra capacità dialettica ed argomentativa (no Germà… ti abbiamo mandato a fan…lo, perdona il termine, ma a una certa. Non ne potevamo più delle tue minchiate! La pochezza dialettica ed argomentativa è tua, è qui nero su bianco ormai. Non è che non ti si può mandare virtualmente a fan…lo bloccandoti su Facebook, fattene una ragione. Come te lo devo dire? Ti faccio un disegnino???)”.
5. Quelli che hanno commentato sono kattiveh perzone.
“Ps: ah, complimenti per essere riuscita ad attirare solo quell’ossessionato di Caselli ed io sul fake “Francesca” come unici commenti. La riprova che ti segue solo chi non è abbastanza sveglio/informato/lucido per rendersi conto delle idiozie ignoranti che scrivi, da cialtrona vera, sul mio conto”.
L’articolo in questione lo hanno commentato in due, vero (ha riscosso molto più successo su Twitter, in effetti).
Di queste due una era tale Francesca: e siccome ha detto peste e corna di Milite era ovviamente “un fake”, per lui. Sia mai che una persona realmente esistente ne pensi davvero male.
L’altro è tale Caselli.
Il quale è palesemente spuntato qui perché si tratta di un “life coach” che è stato in qualche modo sbugiardato da Milite: e non è stato affatto trattato coi guanti da me.
Ma forse questo a Milite è sfuggito: era troppo impegnato a guardare il fumo che gli usciva dalle orecchie per non essere stato filato di pezza nella sua strombazzata diretta.
6. Muy borracho: conferma di scarsa professionalità, un filino d’intimidazione e parecchia convinzione. E secondo annuncio di querela.
“Questo è il livello del tuo pubblico, che riflette di conseguenza il tuo: un deficiente ossessionato dalla sue ex vita in Scientology ed il tuo fake (ah, adesso Francesca è un mio fake. Complottismo e deliri di persecuzione ne abbiamo?). E so anche tuo nome e cognome, Sara. Ergo sei perseguibile. Tu e Ciccone potreste presto ricevere notizie. Sto valutando se vale la pena farvi prendere la responsabilità delle cose scritte e ribadite.
Non è che potete fare le “bimbe incazzate” a vita, eh? Bisogna crescere, prima o poi”.
Ora Germano… lascia che ti spieghi…
Se tu mi vuoi denunciare perché, secondo te, ti avrei diffamato (ma credo di averti appena dimostrato che non è così), non occorre tu faccia intimidazioni in stile simil mafiosetto “so anche il tuo nome e cognome, ergo sei perseguibile”.
Ho un sito regolarmente registrato, per il quale pago regolare quota annuale: fai scrivere a Registro.it dal tuo avvocato, dicendo che mi vuoi denunciare, e poi mi denunci. Facile, semplice: non occorre buttare lì frasi intimidatorie, anche un po’ violente e da macho forte, da “io so e tu sei una cretina che si fa beccare, impara da me”.
L’anonimato l’ho scelto per la mia incolumità, visto i temi di cui mi sono occupata (no-vax et vari) e le minacce di morte ricevute, non per evitare le querele: ma mi pare evidente che a te dell’incolumità di una donna importi poco.
Mi pari un po’ a digiuno della legge. Questo sempre perché sei giornalista ma sembra proprio che qualche base professionale ti manchi.
Occhio però eh, che se fai scrivere dall’avvocato, e poi però non mi denunci, quella è violazione della privacy: e quindi ti posso poi denunciare io.
E no, non mi chiamo Sara.
E neanche Serena Borsi ahahahah (scusami eh, ma quando me lo hanno girato mi sono piegata in due dal ridere): quello è il mio fake!!!
Cioè, giusto un complottaro da quattro soldi che non se lo filava manco mia madre, ed ora vive sfollato in roulotte, aveva creduto di avere scoperto che mi chiamassi Serena Borsi!!!
Cioè Germà, questa è veramente una figura di cacca EPOCALE, diciamocelo! Sei come quel poraccio complottaro là!
Lo sanno i peggio fasci e truffatori come mi chiamo, persino dove abito (si staranno ammazzando di risate anche loro, purtroppo per te ed il tuo prestigio): ho pure vinto il 2 ottobre 2023 una causa per diffamazione, con tanto di raccolta fondi su GoFundMe, con la parcella dell’avvocato in bella vista!!!
Guarda, girati il mio “sitarello”, prima di partire lancia in resta: ne troverai traccia.
E tu invece sei convinto di aver fatto lo scoop! E lo presenti come tale ai tuoi follower!
E tu saresti il genio giornalistico che dovrebbe smascherare i fuffaguru?!
Ok, dai, basta.
Se no poi dici che ti ho diffamato e ce l’ho con te.
Però dai, un po’ te le cerchi eh.
Io un pezzo sulla misoginia, per il mio sitarello, volevo fare: tu l’hai presa sul personale, rimediando questa figura di… no niente, dai.
Come un misogino, in effetti. Però dai, come vedi il commento te l’ho pubblicato per intero.
Ciao maschio.
Mania di persecuzione, vittimismo, gnegnegne, ignoranza.
Questo può essere amico di Papillon.
Spiaze… 🙂
Ma se chiedi donazioni, e poi produci un articolo al mese come fa Young, non è carino.
why?
mica sono obbligati
E dove avrei scritto che sono “obbligati”?
La risposta al tuo “why” sta nelle circa 20 righe che precedono la frase che hai copincollato: se non le hai lette, o non le hai capite perché di certi meccanismi non sai nulla, non è colpa mia.
Come vedi approvo anche i commenti “contro”.
Però un consiglio: questo è un blog, non è Facebook. Non è che si arriva qui senza argomenti, senza leggere, solo per buttare lì un commento a caso per buttarla in caciara.
Comunque degli argomenti, e di queste dinamiche, credo ne riparlerò a brevissimo.
sarò anche ignorante, ma se qualcosa mi piace la sostengo, indipendentemente dal fatto che pubblica ogni secondo od ogni anno , nessuno mi obbliga
Perdonami eh, ma stai mischiando le carte. Tu hai chiesto se è obbligatorio pubblicare spesso per chiedere donazioni (e ti ho risposto).
Ora dici “nessuno mi obbliga” parlando di te donatore: deciditi eh.
Non è questione che sei ignorante: io ti ho parlato di un meccanismo di mercato, e di etica nei confronti dei donatori. Se ti chiedo soldi, e poi non pubblico nulla (estremizziamo), non è eticamente il massimo: dammi i soldi, che voglio fare un giornale online. Poi fra 3 mesi ti pubblico un pezzo. Forse. Oh, contento tu.
“Forse. Oh, contento tu.”
Esatto, contento io. Prima di elargire donazioni, ovviamente lo faccio se ci credo nell’ideale per cui la sto elargendo, lo faccio sapendo che il giornale pubblica una volta ogni tanto o magari non mi interessa neanche: non ci vedo nulla di male. Diverso se la premessa fosse: dona e accedi a tot contenuti alla settimana e poi questo non avviene
Sì ma guarda che non occorre tu ripeta lo stesso concetto tre volte.
Sei arrivato qui lancia in resta quasi affermando io abbia accusato qualcuno di compiere un reato, ti ho ricordato che non è così, non capisco tutta questa insistenza: o sei un donatore o lavori per la testata da 20 milioni di visite (vabbè) che sforna un pezzo al mese. Se no non si spiega.
Fra l’altro l’articolo verte su tutt’altro, ma questo stranamente pare essere l’unico punto che ti interessa. Bah.
Ottimo articolo.
Mi fa piacere che hai potuto constatare anche tu quale sia la “bravura” di questo individuo che ama spacciarsi per implacabile (non dimentichiamoci del nome che ha voluto attribuire alla sua ennesima nuova creatura editoriale: “Mastino” :-D) smascheratore di fuffa guru veri o presunti. Come in quest’ultima assai ridicola maniera provò a fare anche nel mio caso cercando di dipingermi assai goffamente e malamente in un modo che gli procurò da parte del sottoscritto l’ennesimo meritato perculamento!
Avrei infatti qualcosa da aggiungere e precisare anche in merito ad un tuo commento che mi riguarderebbe “L’altro è tale Caselli. Il quale è palesemente spuntato qui perché si tratta di un “life coach” che è stato in qualche modo sbugiardato da Milite”, ma preferisco sorvolare per non appesantire ulteriormente certe questioni che sono per l’appunto partite da individui, come tale elemento, che dimostrano costantemente di quale pasta in realtà siano fatti.
Di tempo a tale inutile soggetto (Milite) che a differenza tua, ora te ne stai accorgendo anche tu dei suoi “limiti” :-)), inquadrai molto bene dopo appena solo qualche scambio, ed a tutto ciò che gli gira attorno, ne ho dedicato fin troppo. E dunque ora anche basta!
Il soggetto infatti oltre a fare del ridicolo vittimismo la sua cifra esistenziale, convincendosi probabilmente che con tale atteggiamento si procuri un chissà quale vantaggio in termini di credibilità e notorietà, non riesce proprio ad andare. E la prova provata di quanto possa essere patetica e fallimentare questa sua strategia e quale rinculo possa scatenare (effetto Streisand) hai appena avuto modo di constatarla direttamente anche sulla tua “pelle”.
Buonasera,
leggo il, non so più a che numero potrei essere arrivato, delirio del Signor Milite, che dall’ alto dei suoi 12 mq, con alle spalle le città di Londra e New York (ovviamente solo su fotografie) da dove gestisce una testata con milioni di visitatori (i bot sono compresi? Secondo me si) e un paio di articoli ogni mese e mezzo è pronto a prendersi la scena del giornalismo internazionale, non prima di aver provato a vendere agli sfortunati che gli stanno dietro (per quanto ancora non è dato saperlo) un abbonamento alla rivista Millionaire al modico costo di 110 euro. Nel frattempo starà preparando l’ennesima società che per una maggior correttezza rispetto al personaggio suggerisco di chiamare Chihuahua Srls, e scrivo Srls e non Srl così risparmia pure due lire nell’iter di costituzione, che comunque, andrebbero a carico di qualche malcapitato da buttar dentro all’ ennesima società che nasce e muore nel giro di poco, come tutte quelle dalle quali avrebbe dovuto fare -exit- milionari a fronte dei suoi progetti sempre definiti -rivoluzionari- oltre che -innovativi- e dalla quale ha solo ricavato debiti, ingiunzioni, richieste di fallimento e liquidazioni varie, oltre ovviamente ai soldi di tanti investitori rimasti con un pugno di mosche. Per altro, potete dare una sbirciatina a chi sta provando a far aprire gli occhi alla gente su germanomilite.com che non fa -slow journalism- e soprattutto non chiede soldi ad ogni angolo della pagina o abbonamenti a riviste di settore, che anche li, se stiamo proprio a vedere ci sarebbe da dire tanto e magari qualcuno a breve inizierà a parlarne come si deve.
Ma che cazzo sto leggendo hahahaha
Articolo impeccabile, perfettamente in sincro con chi non ha niente da invidiare ad i grandi giornalisti e di chi sà mettere a tacere, con “prove” e “scritti”, chi merita.
In comitiva è da tempo che moriamo dalle risate seguendo gli “implacabili” servizi e le ridicole “operazioni imprenditoriali” di MILITE ed aver letto questo pezzo è stata poesia per le nostre orecchie e per i nostri occhi.
Lo seguiamo da quanto sino a pochi anni fa in Young MILITE provava a lanciare persino una sezione dedicata ai Coupon
(https://you-ng.it/2018/11/23/ristoratori-eccovi-lalternativa-alla-guerra-dei-prezzi-dei-coupon/) nella speranza di competere con i BIG degli sconti.
Nel mentre apriva servizi su chiunque con la sola speranza di far parlare di se e raccogliere successi e nessuno lo ricondivideva (infuriandosi eternamente per questo).
Era persino amico di penna di un certo ALESSANDRO NORCIA con cui faceva teatrini ed insieme operavano insieme per l’associazione “IL GATTO E LA VOLPE NEL WEB”.
Peccato che quando ALESSANDRO NORCIA è stato rinviato a giudizio per una “inchiesta” per la quale era coinvolto anche MILITE, questo si è dato alla macchia ed ha ben visto di non collaborare più con l’iscritto al registro degli imputanti NORCIA.
Non tutti sanno inoltre che (il famoso paladino della giustizia) è stato per diverso tempo amministratore di INSEM SPA – che decise di investire in YOUNG, società nata precedentemente come Start-up innovativa e poi, grazie alla “finanza agevolata” diviene del 2017 “incubatrice digitale” con l’intero gruppo societario di INSEM all’interno della compagine sociale – e che ha ricoperto diversi ruoli all’interno di tale società per azioni la quale, più volte, è stata l’epicentro di accuse da parte di clienti ed impiegati ( le recensioni dell’azienda per la quale MILITE è stato Amministratore sino a circa 2 anni fa si trovano pubblicamente qui https://g.co/kgs/mV6gScE ) ma non ha mai indagato su di essa.
Troppo scomodo?
Eppure questa società (da sempre operatrice nel settore della formazione e del marketing) era direttamente concorrente dei famosi “GURU” contro i quali MILITE ha iniziato a combattere.
E anche quando INSEM apre il progetto LAILA, sistema di chatbot (che poi ha floppato) che anticipava la ormai nota Intelligenza Artificiale (AI) anzichè desistere, “casualmente” su YOUNG faceva uscire un Articolo al fine di aggredire un diretto concorrente di LAILA.
L’Articolo è online su https://you-ng.it/2019/07/09/userbot-linchiesta-sulla-startup-che-vuole-raccogliere-1-milione-in-crowdfunding/
Ce ne vorrebbero di pagine per scrivere di Lui e delle bizzarrie che ha portato avanti ma forse è meglio fermarsi qui perchè già questo Articolo ha prodotto il giusto risultato.
Crediamo fermamente che la maggior parte degli utenti si diverta a seguire questo personaggio esclusivamente perchè è pacificatamente uno showman (anche se di cattivo gusto) che smuove animi e rancori.
Ed infatti la sua utenza (sempre la stessa da anni) gode vedendolo comportarsi in una data maniera.
Ovviamente ha attirato due tipologie di pubblico; quello simile a lui e quello che lo deride.
E’ a detta di tanti, che seguono le “avventure” del detective dei fuffaguru, un misogeno alla disperata ricerca di notorietà, che non ama essere contraddetto (centinaia di screenshoot ormai girano su diversi canali Telegram con cui sfottono il giornalista dal mantello da super eroe) e che dispone del suo linguaggio spinto e del suo giornalismo “eroico” a suo piacimento (fin tanto che non tocca a lui).
Con la penna precisa, pungente ed educatamente arguta, utilizzata in questo Articolo, riteniamo fermamente che sia stato compiuto un atto dovuto, nè più e ne meno.
Non dovrebbero esistere persone come questo Germano.
Ci si dimentica troppo spesso infatti che l’utilizzo dei mezzi di comunicazione è arma assai importante e lo “sfruttamento” di tali mezzi rende l’uomo schiavo di se stessi e della propria misogenia.
Laddove il progetto del MILITE di fondo risulterebbe etico, in ogni caso, è opportuno ricordare come non è verità imprescindibile che “Il fine Giustifica i Mezzi”.
Speriamo tutti che con questo ultimo articolo della SCALZA, il buon Germano abbia compreso la lezione.
Ancora complimenti e buon Lavoro.
Sono contento ci sia gente in giro che si sta rendendo conto del personaggio che si cela dietro Germano Militoohhh.
Tra l’altro è molto facile il giochino, tutte le offese non fa altro che rivolgerle nei gruppi chiusi o in contesti sicuramente non-pubblici. Vorrei vedere, il signor giornalistone, se ha il coraggio di usare certi termini in pubblico, tipo quando prende gente per ritardata, invita ad usare il cervello, etc. etc.
Ad ogni modo sono sicuro solamente di una cosa: tutti i nodi vengono al pettine, questo soggetto durerá molto poco prima di fare una amara fine.