Dom. Set 8th, 2024

Prima parte.

In questi due anni di pandemia una categoria professionale che non è mancata sul palcoscenico mediatico è stata, oltre a quella naturalmente dei medici e virologi, quella degli avvocati: avvocati ovunque, avvocati come se piovesse, fiumi di avvocati. Civilisti, penalisti, cassazionisti: da Taormina a Polacco, e poi Sandri, Fusillo, Lillo Massimiliano Musso, Di Carlo, Lauretta, Esposito… Un elenco infinito.

Talmente importante è parso l’essere un avvocato che c’è persino chi si è finto tale (e continua tutt’ora a fingersi), come Tommaso Rossini.

Ultimamente mi ha molto incuriosita la figura dell’avv. Antonello Secchi, il nuovo partner fisso di Max Massimi, parte integrante del team di Qui Radio Londra.

Se non altro perchè Secchi, finalmente, è un avvocato vero, e pure Cassazionista, a differenza di Rossini con cui il Massimi si accompagnava fino a qualche tempo fa.

Il curriculum vitae di Antonello Secchi.

Liberamente disponibile in rete a questo link è colmo di informazioni: nato nel 1954 in provincia di Sassari, Sardegna, laurea, Master in Alta Finanza, parla bene il francese ma non l’inglese (“scolastico”, c’è scritto), “noto penalista” etc etc.

Grazioso è un dettaglio delle “esperienze professionali”: attore televisivo. Oggi forse si è un po’ appesantito ma in effetti, con quegli occhi azzurro ghiaccio ed il profilo greco, non fatico ad immaginarlo in gioventù a tentare la carriera nel mondo dello spettacolo. E mi sarebbe anche piaciuto vederlo all’opera, però purtroppo non ho trovato nulla: forse avrà recitato in qualche ruolo minore, ed è passato troppo tempo, e quindi scovare in rete qualche spezzone diventa davvero difficile.

Mi ricorda in questo proprio Max Massimi che pochi anni fa, da quel di Tenerife, provava ad entrare in televisione facendo un provino: all’epoca si occupava di moda ed era stilista. Poi è tornato in Italia e, folgorato sulla via della politica, si è trasmutato in giornalista ed esperto di comunicazione.

Ma abbandoniamo per un attimo la sezione “esperienze professionali” del CV dell’avv. Secchi, e concentriamoci invece su quella “altri incarichi e titoli onorari”.

Ministro della Giustizia del World Organisation of States già Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace. Per la quale è andato pure come osservatore delle elezioni presidenziali in Venezuela nel 2018.

Oddio: e che cos’è, adesso, questa World Organisation of States?! Parlamento MONDIALE?!

Il Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace.

Il “Parlamento Mondiale” fu creato parecchi anni fa (più o meno una ventina) da questo signore, defunto nel 2013. La foto è tratta dal sito ufficiale , tutt’ora esistente, di Sua Reverendissima Eminenza: sito scritto in portoghese. 

Viktor Ivan Busa (ma a volte anche Busà): per l’anagrafe italiana Vittorio Giovanni Maria Busa da Palermo.

Autoproclamatosi:

  • Presidente della Repubblica di Danzica (stato semi indipendente istituito da Napoleone nel 1807 e poi riannesso alla Prussia con il Congresso di Vienna: insomma non esiste più dal 1814)
  • Presidente della Repubblica Democratica di Bielorussia (nome con il quale quelli della Repubblica Popolare Bielorussa chiamavano la Repubblica Sovietica Bielorussa: peccato però che la Repubblica Popolare Bielorussa non sia stata riconosciuta dalla maggioranza dei paesi ed abbia smesso di esistere nel 1919, quando la Bielorussia è finita sotto il controllo dell’Unione Sovietica. In buona sintesi nemmeno la Repubblica  Democratica di Bielorussia esiste). 
  • Gran Khan di Mongolia e Tartaria (e qui credo non ci sia neanche bisogno di spiegazioni: visto che Busa non è certo un contemporaneo di Marco Polo)

Nonchè metropolita ed arcivescovo di Byalistok, arcidiocesi polacca. L’ho trovato infatti ritratto nell’atto di benedire i fedeli su quest’altro sito: sito dedicato a raccogliere tutta la documentazione relativa all’Indipendent Sacramental Movement (ISM)

In cui ho scoperto che un sacco di italiani e non italiani sono stati nominati arcivescovi ortodossi. Molti direttamente da Viktor Ivan Busa. C’è persino un Luiz Antonio do Nascimento: forse parente del mago?!

Il sito dell’ISM è scritto, invece, in inglese. E non li sto precisando per vezzo, gli idiomi in cui sono redatti i siti: perchè questa non è una storia all’italiana.

Se infatti si digita il nome di Viktor Ivan Busa si scopriranno una marea di link, sparsi per tutto il globo, e tutti quanti che confermano ed avvalorano la posizione di Sua Eminenza. E non solo quella di Sua Eminenza, ma anche quella di altri innumerevoli alti prelati.

E questo perchè, nel mondo della Chiesa ortodossa, esiste un fenomeno denominato “diaspora”.

Che cos’è la diaspora?

In buona sostanza funziona così: ad un certo punto la Chiesa ortodossa si è resa conto che un sacco di fedeli, e con loro i suoi ministri, erano stati costretti ad emigrare all’estero. Si poneva quindi il problema di “autorizzare” questi sacerdoti ad amministrare il culto anche al di fuori dei territori natii (quelli dell’Est Europa, per intenderci). 

E quindi è stata elaborata tutta una complicatissima trafila al fine di poter aprire filiali della Chiesa oltre confine: e dalla Chiesa stessa riconosciute.

Così complicata che diventa un serio problema distinguere fra gli effettivi sacerdoti autorizzati dalla casa madre e dei banali millantatori di Palermo che hanno noleggiato un abito da vescovo in una sartoria teatrale.

 

Per farla breve, Vittorio Giovanni Maria se l’era studiata proprio bene: dagli stati della lontana e misteriosa Europa dell’Est non più esistenti, fino alla diaspora ortodossa, era tutto assolutamente perfetto. Talmente perfetto che ha fatto, e continua a fare, il giro del mondo.

Oddio, non è riuscito a convincere proprio tutti: ad esempio l’ONU (l’ultimo arrivato insomma, quisquilie) non ne ha voluto sapere. Sentenziava infatti nel 2011 che il “Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace” non poteva far parte dell’organizzazione per problemi relativi alla sua “integrità” (di cui parleremo in dettaglio più avanti).

E questo nonostante l’altisonante lettera, redatta in aulico inglese, con cui Sua Eminenza, nonchè Presidente di bla bla bla, comunicava a Ban Ki-moon di averlo graziosamente preso in considerazione come partner nella difesa della pace nel mondo. Anzi no: nella lettera il reverendissimo si firmava solo come senatore.

E nonostante già nel 2002 un tale Dr. Alessandro Manini, “Ambasciatore at Large” in Sierra Leone per il Parlamento Mondiale si fosse generosamente premurato di far arrivare in Liberia un farmaco omeopatico per debellare il virus che all’epoca stava decimando la popolazione: l’Ebola.

Ed evidentemente la sfiducia nei confronti della medicina ufficiale deve essere piuttosto diffusa, fra i membri del Parlamento Mondiale, viste le posizioni apertamente antivacciniste dell’avv. Secchi.

 

Il quale, ricordo, è per l’appunto Ministro della Giustizia del World Organisation of States già Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace: così come recita il suo CV alla voce “altri incarichi e titoli onorari”.

Non è finita: la storia è lunghissima, intricata e parecchio interessante.

E siccome questo articolo è già quasi giunto ai 6 minuti di tempo di lettura canonici, prosegue nel prossimo.

Di L'opinionista scalza

Scrivo perchè telefonare è troppo faticoso.

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