In tempi recenti la pagina FB collegata a questo blog è stata protagonista di una diatriba con un’altra pagina: l’accusa, che parte dall’Opinionista Scalza rivolta a “Carl Marc”, è quella di spargere per il web becero sessismo, misoginia e cyberbullismo. Il tutto nascondendosi dietro la scusa del “nooo, noi qui si fa lotta al doping e si pensa alla salute delle donne in particolare: a cui vengono imposti modelli da emulare che sono dannosi. E lo facciamo con ironia. Ironia che tu non comprendi ed apprezzi perchè sei femmina limitata”.
Vabbè, magari ne parleremo in un altro articolo, di questo.
Il dichiarato gestore ed unico autore della pagina Carl Marc è tale Carlo Esposito: che, nel corso di questa infuocata querelle pubblica, ha più volte ricordato che nessuna critica alla sua persona ed il suo operato aveva ragione di esistere nè era sensata.
Giacchè lui, diamine, lui è l’autore di svariati libri in materia di doping, integratori e donne sfruttate, appunto: de che stamo a parlà? Alcuni persino dedicati a personaggi di spicco, con cui è in stretta amicizia: quindi scansate donnetta, che qui c’hai Stephen King, il quale giusto per passare il tempo si degna di risponderti.
Libri che, infatti, campeggiano in bella mostra come foto copertina della pagina Carl Marc.
Così a na certa mi sono incuriosita: metti che mi stavo scontrando col prossimo vincitore del Premio Strega? E sono andata a guardare un po’ sti famosi libri…
I libri di Carlo Esposito su Amazon.
Sono tre, in ordine di apparizione: 2019, 2020, 2021. Ne sforna uno all’anno: ha parecchie cose da dire, insomma.
Io, la corsa e Facebook. Una storia di ordinario disagio dal mondo social-running.
NAPALM: come una società e una generazione hanno deciso di farsi incenerire.
Il primo, quello di “Io, la corsa e Facebook“, ha fra l’altro una bella prefazione: una sorta di confessione ai lettori. L’autore si autodefinisce un “disagiato” del social network.
Pubblicato appunto per primo nel 2019, viene dato alle stampe dal Gruppo Albatros – Il filo. (Sul posizionamento in classifica non aggiungo osservazioni)
Il gruppo Albatros Il Filo.
Il gruppo Albatros Il Filo è una (direi la più famosa, fra le tante, faceva persino pubblicità sulle reti Mediaset: insomma lo sanno da anni pure i bambini) tipograf… ehm, casa editrice che pubblica la qualunque: basta che l’aspirante scrittore, che sogna di ritrovarsi con il suo bel faccione su un cartonato nelle vetrine di Feltrinelli, paghi. Loro ti stampano quello che ti pare, tu ti compri le tue copie del tuo libro e poi te le vendi. Un servizio a tutto tondo, insomma.
Ci ha costruito un impero, il gruppo Albatros, su questa pratica perfettamente legale: tanto che già al Salone del Libro del 2010, durante una delle conferenze a corollario, è stato persino messo parecchio in imbarazzo da un “esperimento” portato avanti da Linda Rando, fondatrice di Writer’s Dream, che su Ultima pagina racconta quel che avvenne:
Erano 3000 euro nel 2010. Oggi siamo intorno ai 3600.
Insomma, fa un po’ specie, che uno che decanta di essere un esperto conoscitore di praticamente tutto lo scibile umano, dalla biologia alla chimica, la gestione dei cani da pastore e la storia della lotta politica, fino al Codice Penale, le normative sportive e l’impepata di cozze perfetta, poi caschi in sta notoria trappola per aspiranti scrittori narcisi, no?
Ed infatti gli altri due (errare è umano, perseverare, si sa…), quelli del 2020 e del 2021, risultano “independently published”.
Che è l’odierno, in tempi di tecnologia alla portata di tutti, “ciclostilato in proprio nella cantina di casa”.
Insomma, a parte il primo tipograf… ehm, di nuovo… editore a pagamento, sti libri se li è dovuti stampare da sè. Un editore interessato non l’ha trovato.
E veniamo ora alle recensioni…
Le recensioni.
Sono parecchie, e tutte positivissime. A parte una, massimo due, voci dissenzienti.
Il resto sono tutte, tutte, lodi sperticate. Tutte. Che fanno salire la valutazione generale del libro alle stelle.
Alcuni ammettono candidamente di essere amici di Esposito: e ci sta, ci mancherebbe solo. Credo che chiunque, quando pubblica un libro, poi lo dica agli amici e gli chieda di mettere una buona parola: chi, non lo farebbe?
Però… però alcuni, moltissimi, sono strani. Hanno una conoscenza di sto libro che è davvero fenomenale: ogni dettaglio, ogni aspetto del tomo, dallo stile del periodare agli argomenti trattati, pare essergli entrato nel sangue. Manco il libro lo avessero scritto loro stessi.
E la loro vita su Amazon si è ridotta a questo: come se non avessero mai letto null’altro in vita loro, non avessero neanche mai comprato un cucchiaio di legno di cedro, su Amazon. Sono entrati, hanno comprato i libri di Esposito, li hanno recensiti e da lì, folgorati, si sono ritirati sul monte Ararat a rileggerli in eterno attendendo la morte.
E fra tutti questi spicca lui, Dave.
“Una luce negli abissi popolati da mostri marini che si fingono campioni”. Dave proprio non si risparmia: “la furia cieca, le bacheche patinate, lo stile molto brillante”. Dave ha letto sto libro e gli si è aperto un mondo.
Ma chi è Dave?
Gli Amazon Influencer.
Dave è un Amazon Influencer.
Un Amazon Influencer è uno che guadagna grazie ai “consigli per gli acquisti” che elargisce: cioè va a recensire un prodotto, la sua recensione è la prima che vedi (come quella entusiasta di Dave sotto il libro di Esposito, insomma) e se qualcuno lo compra lui riceve una percentuale.
Come si diventa Amazon Influencer?
Piuttosto facile: di base bastano un account Youtube o Instagram o similia, ed un certo numero di follower. Che non è prestabilito in partenza, dipende dalla nicchia che ti scegli: nel senso che se tu, Salvatore Capocchio, ti candidi con Amazon per diventare un Influencer nel campo, che so, dell’abbigliamento, è chiaro che te la dovrai vedere con gente tipo la Ferragni. Ed Amazon ti ride in faccia.
Però se dici “voglio diventare Influencer nel campo della vendita di assi da stiro/in poliuretano espanso/rosa/a 20 km da casa mia” magari Amazon ti risponde “Ok, c’hai 1000 follower in croce sul tuo account Instagram, ma in quella nicchia della nicchia della sottonicchia lì non c’è nessuno, quindi dai, ti dò il badge di Influncer. Da oggi le tue recensioni saranno le prime che la gente vede e, se qualcuno compra, ti passo tot”.
Ed è così che Dave ha scritto la sua recensione strabiliante e dettagliatissima, sul libro di Esposito. E se qualcuno l’ha comprato ci ha guadagnato qualcosina.
E, come per molti altri, da quel giorno la sua vita è cambiata: ha deciso che no, il suo compito su questa terra era finito, la sua carriera di Influencer era già giunta all’apice. Gli bastava aver dato la giusta gloria all’opera omnia di Esposito. Pare non abbia mai parlato d’altro prima e neanche dopo.
Restano in ogni caso, per chi fosse interessato, ancora 3 copie disponibili del primo tomo (quello con la Albatros): l’ultimo, invece, lo potete scaricare anche con Kindle Unlimited (quello che tu paghi un tot di abbonamento e poi scarichi di tutto pure senza poi leggerlo, giusto per vedere di che si tratta: che fa comunque guadagnare all’autore almeno quei 2 o 3 centesimi).