La storia della Torteria di Chivasso, ad oggi, la conosciamo tutti: ed è, come tante, una storia che presto dimenticheremo e renderà questo articolo pressocchè incomprensibile ai posteri.
Però mi va di scriverlo lo stesso: perchè in realtà ha sollevato più di una questione morale. E la questione morale è, invece, una faccenda senza tempo.
Brevissimo preambolo per i posteri
Ci fu, ai tempi della pandemia da Covid, una tale Rosanna Spatari, titolare di un bar in quel di Chivasso.
La signora assurse ad esempio di lotta per la libertà e la sopravvivenza economica, perchè continuò imperterrita a tenere aperto il suo locale, nonostante i divieti delle autorità volti ad arginare la diffusione del contagio. E lo fece inoltre con la convinzione che sto pericolo di contagio non esistesse nemmeno: e perciò invitava (per non dire “obbligava”) i suoi clienti a non indossare le mascherine, non rispettare le distanze di sicurezza, nonchè tutte le altre norme di igiene a tutela della salute pubblica.
Accadde che ad un certo punto vennero posti i sigilli al locale della signora. Ed i suoi sostenitori videro in ciò l’ennesimo esempio dell’esistenza di una dittatura in Italia.
Questo blog, sulla sua relativa pagina FB, disse che la signora era a sospetto di evasione fiscale già da qualche anno. E continuava a tutt’oggi, rifiutando i pagamenti elettronici (solo contanti non tracciabili) nel suo locale.
E, fermata alla guida del suo autoveicolo, si era anche rifiutata di sottoporsi ad un alcool test.
Ed ora veniamo al dunque, signora Sara…
Gentile signora, ho letto con attenzione i suoi interventi sul mio post, e sulle prime avevo pensato di ribattere sotto.
Poi però ci ho riflettuto bene, e mi sono resa conto che il suo commento era davvero esemplare di un certo malcostume e meritava un’attenzione particolare.
Insomma lei mi fornisce (e per questo la ringrazio) l’occasione per fare un discorso ben più ampio e generale.
Innanzitutto spero mi scuserà se IO le dò del lei: sa, non conoscendoci preferisco (sempre IO), rispettare i principi di base della buona educazione.
E vediamo adesso la frase da pelle d’oca che ha scritto: “preferisco una che truffa lo Stato (si scrive con la maiuscola, ndr) e non lo Stato che truffa“. A prescindere dal caso in questione: “anche fosse vero“, dice.
Mia cara signora… non mi addentro sulla questione “con metodi violenti ed incostituzionali” perchè già so che cozzerei contro il muro delle sue convinzioni create ad hoc dalle teorie di qualche avvocato, avvocato sulla cui onestà intellettuale coltivo qualche cauto dubbio. Sa, alcuni dottori in legge addirittura sponsorizzano un servizio “causa 50 euro a persona, 30 se ne compri un’altra”: quando solo una marca da bollo per presentare un semplice ricorso ne costa 16. Pare Postalmarket.

Ma il punto focale è un altro, egregia e “gentile e civilissima” signora.
Il punto è che voi “covidioti” continuate a confondere lo Stato con la classe politica dirigente. Che invece sono due cose ben diverse.
Sto per farvi una rivelazione strepitosa: lo Stato siamo noi (frase di cui vi riempite la bocca, nevvero?), non i politici in Parlamento.
Tutti i cittadini, compongono lo Stato. E chi truffa lo Stato non sta truffando la classe politica: sta truffando gli altri cittadini. Cioè me ed anche lei.
Per ogni evasore che non paga quel che deve spunta una tassa in più per i cretini come me, che invece non fanno i furbi: in qualche modo i soldi nelle casse dello Stato devono entrare, lo sa?
E no, quei soldi non servono solo per pagare i lauti stipendi dei parlamentari: servono anche per mantenere in piedi gli ospedali, ad esempio.
Quegli ospedali dove potete andare a farvi curare gratis: fatevi un giro negli Stati Uniti di Trump, e poi ditemi se potete correre al pronto soccorso per due linee di febbre senza ritrovarvi con la casa pignorata per pagare il conto di due aspirine.
Quei soldi servono per versare solo 15 euro d’iscrizione annuale alla scuola pubblica. Pagate 15 spicci all’anno per mandare i figli a scuola (struttura, stipendio insegnanti, bla bla): ed i libri (alle elementari, almeno) gratis. Li passa lo Stato. Cioè voi, io e quelli che non evadono. E li passa ai figli di tutti: anche di quelli che evadono, e non hanno pagato un fico di niente.
E potrei andare avanti con mille altri esempi, di tutto quello che vi arriva dallo Stato ma lo date per scontato: pensate che forse avvenga per magia e non abbia un costo?
Ecco, se non esistessero gli evasori fiscali, io non mi ritroverei con il 33% (che vuol dire un terzo) del mio stipendio mangiato in trattenute. Se tutti pagassero io guadagnerei di più. O forse pagherei lo stesso un terzo: però quel terzo andato in fumo in tasse servirebbe non solo per dare gratis i libri ai bimbi delle elementari, ma magari ne avanzerebbero pure per fare altrettanto con i ragazzini delle medie e delle superiori. Che invece pagano, e tanto: e quindi, se non hanno i genitori che possono comprare sti libri, a volte finiscono con il rinunciare a studiare.
O potrebbero servire per rendere il sistema sanitario più efficiente per tutti. Molto più di quanto non sia ora.
Se tutti pagassero, anche gli evasori fiscali si troverebbero con meno tasse. E quindi non avrebbero motivo per evadere.
Quindi, cara signora, si vergogni di avere scritto che ammira chi truffa lo Stato: perchè o lei non ha capito niente di questo semplice meccanismo che le ho appena spiegato (e allora l’ignorante, mi perdoni, è lei, e non certo chi le ha risposto sotto il mio post)… Oppure anche lei è una che ama truffare lo Stato: cioè me, e con me tutti gli altri cittadini onesti.
Gran finale.
Avete ampiamente rotto, con sta storia che chi se la prende con il furbetto di turno ha evidentemente il culo al caldo: comodo, pensarla così.
Mi spiace deluderla, ma chi scrive non possiede yacht ormeggiati a Portofino. Non sono neanche una parassita dipendente statale: uops, le ho tolto pure questo punto fermo. Glielo preciso visto che ci tiene tanto a conoscere le mie entrate, anzi dà per scontato di conoscerle ed è convinta io viva in un super attico con vista su San Babila.
E, mi permetto di dirlo certa che nessuno mi smentirà, lo faccio anche a nome di molti altri nella stessa situazione: non siamo un’elite di ricchi che non capiscono la povera gente. E tutti abbiamo visto il nostro tenore di vita notevolmente diminuire, in questo periodo: chi più chi meno.
Ma c’è una differenza, fra “noi” e “voi”. E non è che voi avete capito tutto e noi siamo deficienti e ci piace essere poveri. O che voi siete altruisti e noi egoisti: esattamente il contrario.
“Noi” abbiamo il senso della civiltà, del bene comune e del rispetto del prossimo.
Per questo paghiamo le tasse e non consideriamo “eroi” chi non lo fa: perchè chi non lo fa è un’individualista che degli altri se ne frega. Uno che passerebbe sopra chiunque, per se stesso. Altro che cittadino e paladino della libertà.
Per questo rispettiamo le norme di sicurezza: anche se personalmente non rientriamo nelle categorie a rischio. Perchè chi non lo fa è un’individualista che degli altri se ne frega. Uno che passerebbe sopra chiunque, per se stesso. Altro che cittadino e paladino della libertà.
Per questo, se ci fermano per un alcool test, non ci rifiutiamo di farlo. Perchè chi non lo fa è un’individualista che degli altri se ne frega. Uno che passerebbe sopra chiunque, per se stesso. Altro che cittadino e paladino della libertà.
(L’ho ripetuto tre volte perchè di solito è una tecnica che funziona: almeno così mi dicono certi social media manager).
Insomma, pareva un commentino da nulla: invece in poche righe c’era condensato tutto il pensiero di una certa parte del paese. Una parte opportunista, e a volte violenta: che pensa addirittura di stare dalla parte della ragione.
E su cui alcuni politici campano da sempre: politici indegni di sedere sulle poltrone del parlamento di una grande nazione democratica. Un politico (o aspirante tale), che strizza l’occhio al “non c’è nessun virus”, è un politico che giustifica questa visione schifosa di come debba comportarsi un cittadino.
E lo fa solo per ottenere il potere: è un incivile, opportunista, ignorante ed egoista egli stesso. Del bene dello Stato (dei cittadini: perchè, ripeto, lo Stato sono i cittadini), non gliene può fregare di meno.
E come tale dovrebbe stare a zappare la terra, non a Montecitorio.
Per quanto zappare la terra non sia sinonimo di incapacità, anzi.
Occorre saperlo fare.
Assolutamente. La chiosa era una citazione: Starnone, per la precisione. In realtà c’è un fracco di gente che ha zappato la terra tutta la vita ed ha più etica, dignità ed intelligenza di tanti personaggi.