Caro amico leghista e/o pentastellato e/o simpatizzante di destra…
Sono del parere che sia ora di finirla con gli insulti di cui sei vittima, primo fra tutti quello che tu sia un’ignorante che proferisce idiozie che non stanno né in cielo né in terra. È giusto che tu possa portare avanti le tue idee, nell’agone mediatico o al bar sotto casa, senza che il primo antagonista possa anche solo pensare di muoverti simili offese.
Ho deciso pertanto di darti una mano, facendoti un piccolo elenco di quello che non puoi assolutamente affermare in quanto vera sciocchezza: a te poi, una volta compreso ciò, scegliere quali altri argomenti opporre a coloro che non sono della tua stessa fede politica.
Partiamo da un punto fondamentale, senza il quale il discorso non si può manco iniziare: tu, io e tutti gli altri viviamo nella Repubblica Italiana. Fin qui siamo d’accordo no?
La Repubblica Italiana ha una legge fondamentale, che si chiama Costituzione (tienila presente, questa parola, perché tornerà spesso, oltre la nausea): ad essa devono attenersi non solo tutti i cittadini, ma pure tutte le altre leggi. Mi spiego meglio: se il Parlamento, che è l’organo preposto a promulgare le leggi, ne emettesse una che è in contraddizione con qualche articolo della Costituzione, quella legge è carta straccia, non vale più. Funziona così per tutte le leggi e leggine eh, da un decreto del Presidente della Repubblica all’ultimo regolamento di condominio (non scherzo: pure il regolamento di condominio deve rispettare la Costituzione e, se non lo fa, chiunque lo può far notare ed impugnare). Infatti, proprio per questo, la Costituzione stessa prevede che esista la Corte Costituzionale: che, come dice il nome stesso, controlla se ogni legge e leggina è “coerente” con i principi di base stabiliti nella Costituzione.
Immaginati insomma la Costituzione come una vecchia signora un po’ capricciosa, se vuoi anche antipatica, a cui tutti devono dare ragione: gliene frega nulla di chi sei, puoi pure essere il Presidente della Repubblica. Ha ragione lei e basta.
Ed infatti, non a caso, tutti coloro che vengono investiti da una carica pubblica, dai politici eletti ai magistrati, ma persino gli impiegati statali (persino loro, sì: lo sapevi?), prestano giuramento sulla Costituzione all’inizio del loro mandato. E qui in effetti si potrebbe aprire un bel dibattito: perchè fu il Ministro Brunetta, leghista, nel 2009, a reintrodurre la pratica del giuramento per i dipendenti pubblici. Coerentemente con la Costituzione infatti (art.54: “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica ed osservarne la Costituzione”. E se tutti i cittadini hanno l’obbligo, a maggior ragione i dipendenti statali no?). Quella che allora si oppose fu la CGIL, che ci vide un rigurgito di fascismo, con il giuramento di fedeltà al re ed il regime: curioso no? La stessa CGIL che ora sventola la sacralità della Costituzione. Come altrettanto curioso sia che ora certi leghisti paiano ignorare la Costituzione… Ma vabbè, sto divagando…
Questa cosa, la Costituzione, nota bene, non è un’invenzione italiana: tutti gli stati democratici (a te piace vero, la democrazia? La citi spesso), hanno una Costituzione. Più o meno fra l’altro si assomigliano fra loro, le Costituzioni delle democrazie, affermano bene o male gli stessi principi.
Ma soprattutto (soprattutto) esistono tutte per lo stesso motivo: far sì che ci siano delle regole valide per tutti. Perché se no, lo capisci da te, non ci fossero delle norme di base sacrosante per chiunque, verrebbe meno la stessa democrazia: immagina… chi vince le elezioni può fare tutto quello che gli pare, emettere qualunque legge sulla qualunque, e ciaone democrazia, diventa subito una dittatura. Capisci perchè è così importante, una Costituzione, e tutti ce l’hanno?
Sufficientemente chiaro, anche se forse un filo noioso, fin qui? Credo di sì, dai. Quindi, stabilito che c’è sta Costituzione, ed è indiscutibile tutto quello che afferma, partiamo.
QUELLO CHE NON PUOI DIRE.
1. “La tal cosa non è affermata nella Costituzione: è una legge, un allegato, un decreto del Presidente della Repubblica. Ma non è nella Costituzione: quindi non è valida”.
NON LO PUOI DIRE.
Perché se una norma è in vigore, magari pure da molto tempo, vuol dire che ha passato il vaglio della Corte Costituzionale (di cui ti ho parlato). Che ha stabilito che è “coerente” con i principi della Costituzione: pertanto è valida. Valida eccome. Validissima.
Facciamo quindi qualche esempio: la legge Mancino, per dire. Che è del 1993. Condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza ed alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Legge: vuol dire che non contraddice la Costituzione, secondo la Corte Costituzionale.
E infatti c’è la XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione che dice “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Il tutto è peraltro pure coerente con l’art. 3 (uno dei primi eh): “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”. Questo giusto per dire che non è che la Corte Costituzionale abbia fatto passare la legge Mancino così, perchè Mancino gli stava simpatico: la legge era coerente con la Costituzione.
Quindi, caro amico di Forza Nuova e Casa Pound… tu puoi pure mettere una tartaruga al posto del fascio littorio (e infatti te ne guardi bene, il cavillo che non si possano usare quei simboli lo conosci, vero?), ma NON PUOI dire che il fascismo non sia proibito in Italia. Lo è: lo dice una legge che rispetta la Costituzione. Poi che si chiuda un occhio e le scappatoie con cui aggirare la legge siano più di mille, è un altro discorso. Ma no, NON LO PUOI DIRE.
2. “Il Ministro dell’Interno Salvini, impedendo alla Diciotti di attraccare, ha difeso i confini nazionali, compiendo né più né meno il suo dovere di Ministro dell’Interno. Pertanto non è accusabile di nulla”.
NON LO PUOI DIRE.
Intanto la Diciotti è una nave che batte bandiera italiana: quindi capisci da te che un Ministro che “difende i confini dello Stato” impedendo ad una nave del suo stesso Stato di approdare alle coste non è che stia tanto in piedi, dal punto di vista legale, come discorso.
Veniamo quindi alla “difesa dei confini”: quella di cui ti ammanti citando l’art. 52 (“la difesa della Patria è sacro dovere di ogni cittadino”). Allora… per parlare di “difesa dei confini” e “della Patria” bisogna che ci sia uno stato di guerra: perchè se no i confini non esistono, c’è la libera circolazione in tutto il mondo (compresi i cittadini italiani che, sempre in base alla Costituzione, possono entrare ed uscire dalla nazione quando gli pare e piace. Art.16: “ogni cittadino è libero di entrare ed uscire dal territorio della Repubblica, salvo gli obblighi di legge”). A me, che l’Etiopia ci abbia dichiarato guerra, non risulta. Ma magari mi sbaglio.
Ma non solo: il decreto legge n.300 del 1999 (altra legge sempre approvata dalla Corte Costituzionale) stabilisce le funzioni del Ministro dell’Interno. Oltre alla “tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica” (che, attenzione, non è “difesa dei confini”, te lo ricordo), c’è “tutela dei diritti civili, ivi compresi quelli delle confessioni religiose, di cittadinanza, IMMIGRAZIONE ed asilo”. Ma pensa…
Ora lo capisci, perchè non puoi dirlo? E perchè i giudici abbiano citato in giudizio il Ministro? Perchè non ha rispettato la Costituzione ed i suoi doveri. Ma te lo spiego ancora meglio con il terzo punto.
3. “I giudici sono tutti del PD e c’è una commistione intollerabile fra esecutivo e giudiziario. E’ un atto politico, contro il governo del cambiamento, questa accusa a Salvini, che ha fatto solo il suo dovere”.
NON LO PUOI DIRE.
Ora… questo terzo punto dovrebbe persino essere inutile ed ozioso, se mi hai seguita fino a qui: perchè ti ho dimostrato che Salvini ha infranto i suoi doveri di Ministro. La legge. E la Costituzione. E se compito dei giudici è far rispettare le leggi a tutti, viene da sé che l’accusa sta in piedi, non è un atto politico. Se no è pure un atto politico condannare chi ruba per fame: ma se rubare è reato è reato. Al limite mitigo la pena: ma sempre reato resta.
Però te lo motivo, di nuovo, con la Costituzione. La Magistratura (art. 104 e 106) non è un organo eletto (cioè politico): per definizione è un organo “indipendente da ogni altro potere”. Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso. Dopodichè i membri del Consiglio Superiore della Magistratura sono eletti per due terzi da tutti gli altri magistrati, e solo per un terzo dal Parlamento. Perchè, questo? Perchè la Magistratura deve essere al di sopra degli schieramenti politici: per poter difendere quella legge anch’essa al di sopra degli schieramenti politici. La legge che è uguale per tutti.
Insomma, io spero tu sia riuscito a leggermi fino a qui (magari ti sei addormentato prima: lo so, la legge è noiosa. Come tutte le regole. Sicuro è più divertente urlare quattro slogan e poi andare a bestemmiare con gli amici alla grigliata, dandosi sonore ravanate di maschio orgoglio al pacco. E dare delle puttane rovinafamiglie alle altre donne che si trombano i mariti fedeli). Mi sono fatta un mazzo tanto, a spiegarti per filo e per segno perchè la gran parte di quel che dici non la puoi dire.
Poi, oh, quel che tu possa invece dire senza prenderti insulti non lo so: quello è un problema tuo. E onestamente, nel caso tu abbia compreso davvero tutto il mio spiegone, non vorrei davvero essere nei tuoi panni.