Nell’epoca del recupero delle tradizioni, del prima gli italiani, del voto popolare e dell’elogio dell’ignoranza non si salva manco più San Valentino. Ti devi schierare pure lì: o lo ami o lo odi. Vie di mezzo non sono contemplate, vanno oltre l’immaginario collettivo. È la deriva finale, la morte del libero pensiero. Che schiatta ingozzandosi di cioccolatini.
Se lo odi la faccenda è chiara: sei uno sfigato. Probabilmente un single. Uno che se la racconta, di star bene da solo: ma allora perché odi San Valentino, eh? Parla, su! Ammettilo, bastardo, che ti rodi il fegato a guardarti allo specchio chiedendoti perché nessuno ti si piglia e passerai la serata del 14 a fare battutacce da radical chic su Facebook che ti faranno sentire tanto più intelligente quanti più like prenderai e poi correrai a vomitare l’anima in bagno perché hai bevuto troppo ed accasciato sulla tazza del cesso piangerai tutta la tua solitudine. Dillo, a mamma tua, che è così.
E lo sai perché non ti si pigliano? Perché sei un cinico. Peggio: un finto, cinico. Non vuoi ammettere la bellezza dei sentimenti, non ti arrendi all’evidenza che senza l’altra metà della mela non siamo niente, buoni giusto per l’indifferenziata. Uno che per posa da intellettuale schifa l’amore, Dio e la Patria. Non va più di moda, sta cosa: i tempi sono cambiati, Ciccio. Rinnovati.
Se poi lo odi pur non essendo single… Beh lì scusa, ma sei un demente.
Ma cosa continui con il look da duro e puro quando non lo sei più? Ti sei finalmente rammollito sull’altare, hai visto la luce! Dichiaralo: comprale, ste rose, ecchediamine! Lei non sta aspettando altro: è un anno, che attende sto momento, da 364 giorni sta a fare le crocette sul muro con il tocco di mattone come i carcerati. Una fissa proprio, il pensiero dominante: altro che figli, lavoro e politica. San Valentino: a quello pensa, sotto sotto. Sentimenti, abbiamo bisogno di sentimenti, dichiarazioni d’amore con l’aereo che ti passa sopra casa, il cartellone pubblicitario davanti alla fermata dell’autobus e tutta l’orchestra di Sanremo noleggiata per cantarci la proposta di matrimonio in mondovisione.
Ora… Io non so, ragazze mie, che problemi abbiate.
Però due sono le cose: o mancate di equilibrio interiore oppure avete sbagliato uomo. O entrambe (in effetti le due cose spesso vanno a braccetto).
Perché se avete passato un anno intero ad attendere la dichiarazione d’amore, se San Valentino ha tutta st’importanza che se lui non se ne arriva con una scatola di Baci o anche solo un paio di calzini antiscivolo mi cadete in depressione con il musetto deluso… Beh, io non mi preoccuperei per com’è andato il 14 febbraio: ma per come sono andati gli altri 364 giorni. Due domandine, su come sta procedendo veramente (ma veramente) sto rapporto, me le farei, ecco.
Sai che mi frega, che mi riempi la casa di petunie del Madagascar, se poi sono due anni che usciamo insieme e non so ancora dove abiti? Che mi regali un pendentino di quelli a cuore spezzato, metà io metà tu, se poi non sei uno che sta ad ascoltarmi attento quando ti racconto della mia vita, il mio lavoro e tutte le mie paranoie pre, post e durante mestruo? Che mi mandi in ufficio gli sbandieratori di Asti se poi non ti ho mai sentito chiedere un mio consiglio, apprezzare una mia osservazione, elogiare un mio successo?
Ecco, una San Valentino può anche non odiarlo e neanche amarlo: può semplicemente esserle indifferente. Al massimo ne sorride benevola, toh: finché (volesse Iddio) c’ha tutta quella roba lì tutto l’anno, ed è in grado di riconoscerla, che gliene può fregare di San Valentino?!
C’entrano niente l’essere radical chic, cinici e contro il consumismo per posa: ma proprio niente.
Sono tra quelle che odiano san valentino. Lo odiavo da fidanzata, lo odio da single. Perché quando uno ha bisogno di usare una festa del genere per manifestare dei sentimenti buoni verso la persona accanto… Insomma, l’hai già detto tu. Vuol dire che qualcosa non funziona.